Dunque dobbiamo votare.
Abbiamo le idee più chiare.
Tu dici?
Certo, la destra è destra, la sinistra è sinistra e il centro…
… e il centro non esiste.
Vedrai, queste lezioni le vince Forza Italia.
Ma che dici? Da chi ti informi? Giorgia, vincerà Giorgia.
Te la ricordi la Brambilla? quella dei cani abbandonati, quella che fece un figurone in tv con Renato Soru e te la ricordi la Prestigiacomo, quella di “Floriiiiiiiissssssss”
Vecchia guardia.
Quale vecchia guardia? Sono riapparse: la prima chiede di essere candidata da indipendente in Forza Italia e la seconda, la Prestigiacomo, correrà come governatore della Sicilia.
Governatrice o governatora.
Ve beh, sempre la Prestigiacomo rimane.
Però sono donne, dovremmo essere felici.
In che senso?
Nel senso che finalmente candidiamo donne, era ora. Votiamo donna.
Tu dici, dobbiamo votare la Prestigiacomo e la Brambilla perché donne?
Certo, e anche Giorgia.
Non mi sembra una grande idea.
Eppure, a sinistra il premier è Letta, non hanno pensato di candidare una donna, loro.
Quindi si vota donna, in quanto donna.
Come dice Giorgia? Io sono donna.
Non mi sembra un gran programma politico.
È donna, patria Dio e famiglia.
Senti, a me questa storia di scegliere una donna in quanto donna mi lascia perplesso.
Perché sei un uomo, che ne sai tu della famiglia? Che ne sai dell’educazione dei figli, della cucina, delle lavatrici.
Scusa, non per contraddire, ma io cucino, conosco tutti i programmi della lavatrice, stiro e pulisco casa.
Strano, non hai moglie?
Sono divorziato e così anche il tassello della difesa della famiglia è saltato, oltre alla tua misoginia mascherata dal ‘io voto donna’.
È rimasta la patria.
Anche su quel concetto ci andrei cauto.
Forse ci è rimasto Dio.
Ne sei davvero così sicura? E soprattutto:è davvero dalla nostra parte?
Beh, io voto donna.
Io ci rifletterei.
Voi di sinistra, sempre a riflettere, mentre Giorgia lavora, famiglia, patria e Dio permettendo.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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