Io sono più indipendentista di te (di Larentzu Catterinu)

Postato da: Fiorenzo Cateriniil: Settembre 09, 2014In: CultureNessun commento

Finalmente, sul fronte delle servitù militari, sembra che qualcosa, a livello popolare, si stia muovendo.
Ma si assiste, anche, a questa surreale gara a che è più contrario alle servitù militari, che segue quell’altra gara, di gran moda negli ultimi anni nella politica sarda, a chi è più indipendentista dell’altro.
Il Presidente Pigliaru, anche se non ha firmato il protocollo d’intesa del Comitato Paritetico, è accusato, da più fronti, in questi giorni, di non essere “abbastanza” contrario.
In questa bizzarra gara brillano alcuni giornalisti e politici che, con grande scaltrezza, hanno afferrato il treno dell’indignazione popolare, nonostante gli imbarazzanti silenzi del passato.
Le servitù militari, in Sardegna, esistono da 60 anni.
La voglia di strumentalizzare la questione è tale che si incrociano le accuse tra le fazioni, amplificate dagli organi di stampa, secondo cui ci sarebbe chi non merita di protestare e chi si.
Le accuse di “dipendentismo”, questa strana malattia che colpirebbe i sardi inconsapevolmente, un po’ come un diavolo da esorcizzare, si sprecano, così come le accuse di servilismo.
La questione “servitù militari”, più che uno dei più seri mali che storicamente affligge la Sardegna, sembra essere una preda da agguantare.
Questa rincorsa alla strumentalizzazione mostra come ancora, in Sardegna, si sia lontani da quell’unità di intenti necessaria per affrontare casi come questi.
E dire che la questione “servitù militari” è, sul versante dell’unità possibile, la meno controversa.
Se c’era una cosa che poteva vedere i sardi, finalmente, uniti, era questa.
Invece assistiamo ai litigi, alle strumentalizzazioni politiche, agli insulti.
Ma davvero, dove vogliamo andare?
Immaginiamo cosa succederebbe, allora, sul versante delle energie rinnovabili o dell’edilizia costiera, dove ci sono interessi contrastanti in ballo, dove ci sono i poteri forti, voti che si spostano, dove occorre avere il coraggio di tentare la riconversione di una intera economia, quella sarda, storicamente dipendente da fattori esterni.
Che mi risulta che molti di questi che oggi si indignano, sono stati i più feroci e subdoli fautori del cemento nelle coste. Per non parlare della trasformazione delle campagne in atto in una potenziale, e in alcuni casi reale, lottizzazione.
Che quegli stessi tedeschi che ci bombardano, se però ci comprano il terreno agricolo a costo maggiorato, schifo non ci fa, pazienza se l’agricoltura, con questa illusoria speranza cullata dai proprietari, muore.
Pazienza se ci portano via il nostro mare, non solo i tre spicchi delle servitù militari, ma tutto quanto, con il cemento e l’asfalto, che quello è sviluppo però, anche se l’isola affonda e ci viene rubata.
Pazienza se i terreni agricoli siano invasi da questa gigantesca truffa delle energie rinnovabili, che magari quattro soldi di affitto ci entrano in tasca.
Eppure, in questi casi, si dovrebbe essere sardisti e indipendentisti uguale, quando devastano l’ambiente e il futuro della tua terra.
Invece, in questi casi, come la storia insegna, gli indipendentisti si assottigliano parecchio.
Molti, moltissimi di quelli che ora cavalcano l’onda, già li vedresti nascosti, accucciati, zitti, o fare gli arruffapopoli a favore della speculazione, delle prebende e dei favori.
Sarebbe piuttosto semplice provare ad unirsi in questa battaglia, che non ha tutte queste complicanze.
Eppure nulla.
Colpa tua, colpa loro, colpa di essi.
Eppure, questa terra, lo meriterebbe.

Tags: Politica

Fiorenzo Caterini

Fiorenzo Caterini, cagliaritano classe '65. Scrittore, antropologo e ambientalista, è studioso di storia, natura e cultura della Sardegna. Ispettore del Corpo Forestale, escursionista e amante degli sport all'aria aperta (è stato più volte campione sardo di triathlon), è contro ogni forma di etnocentrismo e barriera culturale. Ha scritto "Colpi di Scure e Sensi di Colpa", sulla storia del disboscamento della Sardegna, e "La Mano Destra della Storia", sul problema storiografico sardo. Il suo ultimo libro è invece un romanzo a sfondo neuroscientifico, "La notte in fondo al mare".