Lo sport preferito dei frequentatori dei social è ostentare la conoscenza con un personaggio famoso che abbandona per sempre questo mondo. C’è una vera e propria ‘corrida’ nel documentare con foto e aneddoti l’incontro casuale o meno con il personaggio di turno. Non fa eccezione Piero Angela, immenso uomo di cultura e profondo conoscitore della musica jazz, giornalista, saggista, divulgatore scientifico, autore di bellissimi programmi in cui tutti ci siamo riconosciuti. È scomparso alla buona età di 93 anni e ha lavorato fino all’ultimo giorno. Un gigante, una persona che mancherà a questo complicato paese. Fin da Subito, quando le agenzie hanno battuto la notizia, sono comparse le fotografie di Piero Angela in moltissime bacheche dove molti si sono subito prodigati a mettere la faccina con la lacrimuccia, un abbraccio o hanno commentato con un semplice R.I.P. che non si nega mai a nessuno. Dopo qualche ora, ecco apparire gli amici, quelli che lo hanno conosciuto e ci tenevano a farlo sapere. Tra questi anche il cantante dei Litfiba, Piero Pelù. Fin qui, tutto normale. Poi, le menti finissime della sardità a tutti i costi hanno cominciato a ricercare su internet qualcosa che legasse il buon Piero alla Sardegna ed ecco i piccoli geni al lavoro: la foto di Piero Angela che visita un nuraghe, lo fa a 90 anni, ma rimane folgorato da quelle pietre millenarie. Ed è subito un tripudio. Chi si ricorda di averlo visto camminare pallido e assorto, chi lo ha fotografato, chi ci ha fatto un selfie, una moltidudine di perfetti sconosciuti divenuti, per un attimo, amici di Piero Angela e, ovviamente, profondi conoscitori delle materie scientifiche da lui divulgate. Ebbene, spiace comunicarvi di non poter far parte di questo strano coro:Piero Angela non l’ho mai conosciuto e l’ho solo apprezzato per ciò che ha fatto. Non è poco. A chiusura del quadretto del gioco ‘io c’ero’ non mi sembra di aver visto nessuno rammentare di quando tale Matteo Salvini approdò in Sardegna a parlare del prezzo del latte. Nessuno a dire: io ero presente e ricordo le promesse mai mantenute di questo curioso individuo. In Gallura si è ripresentato in questi giorni raccontando lo sfascio dei trasporti e della sanità, dimenticandosi totalmente che gli assessori preposti a risolvere queste problematiche sono della sua area politica. Ovviamente io non c’ero ma credo di potermene ricordare in vista del 25 settembre, così mi auguro di voi. Selfie.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Elio e le storie disattese (di Francesco Giorgioni)
The show must go on (di Cosimo Filigheddu)
Vincerà Mengoni. Però… (di Giampaolo Cassitta)
Ero Giorgia, e ricanto. (di Giampaolo Cassitta)
Piacere, Madame. (di Giampaolo Cassitta)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design