Eric sapeva suonare due pezzi: Take five e quel brano in tre quarti che c’è in So what.
Non mi ricordo il titolo, forse perché non mi piace molto.
Suonavamo sempre quelli.
Con lui ho imparato a suonare in sordina e a non coprire gli strumenti acustici.
Ma io mi azzardavo a suonare anche con quelli che venivano a casa sua.
Eric aveva messo su uno studio di registrazione nel soggiorno e a casa sua passavano tutti i gruppi di salsa che arrivavano in Europa.
Io mi limitavo a un accompagnamento senza pretese: conoscevo i miei limiti e il tempo lo reggo bene.
Ma poi leggevo sul giornale con chi avevo suonato e mi nascondevo a casa mia fino a quando ero sicuro che quelli non fossero più ad Amsterdam.
Una volta è arrivato un gruppo di cubani.
E tra quei cubani c’era una cantante nera.
Ma nera, nera, nera.
Io ho sempre avuto un debole per le donne nere e lei era bellissima.
Mozzafiato: senza esagerare.
Ero ancora alle prese con la mia ricerca sulla sillaba e in quel periodo stavo ancora cercando di capire cosa succede quando la S precede una consonante: la S “spuria”, insomma.
Ora, nello spagnolo di Cuba succede una cosa curiosa con la S, e anche poco descritta nella letteratura fonologica.
La S, quando chiude una sillaba, diventa una H.
Una frase come los perros si pronuncia [loh perroh], a Cuba.
Niente di misterioso: è lo stesso fenomeno che porta al colpo di glottide in tante lingue.
Il fenomeno si chiama debuccalizzazione e consiste nel pronunciare un determinato suono nella gola, anziché nella bocca: il risultato allora è un colpo di glottide, se si tratta di una plosiva, o un’H, se si tratta di una fricativa.
A Ovodda ce li hanno tutti e due, e così su focu diventa [su ho?u].
La fricativa F diventa H e la plosiva C diventa un colpo di glottide.
Ma la S ha la capacità di legarsi ad altre consonanti, e io ancora non capivo come.
Avevo la possibilità di intervistare la cantante e registrare la sua pronuncia cubana.
Perché lei e non uno dei maschi cubani?
Allora non me lo sono neppure chiesto.
L’ho invitata a casa, spiegandole cosa mi serviva.
Le ho versato da bere e ho acceso il registratore.
Dato che non importava di cosa parlassimo, ho cominciato io con la politica.
–Castro es un caudillo …
E avevo la voce un po’ strozzata.
Lei, con la sua voce dolce e con uno sguardo ironico: “Castro eh un dictador.”
Ho cambiato per sempre la mia opinione su Cuba e su Fidel.
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
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