Cosa c’entro io con le foibe?
Appunto!
Ma un ex vicino di Iglesias, l’altro giorno, mi ha mandato una mail furibonda, accusandomi di scrivere di tutto e di più, ma non delle foibe.
Non mi accusava di complicità, ma certo di essere un negazionista passivo.
Gli ho risposto.
All’inizio seriamente, ma poi non ce l’ho fatta più a trattenermi e gli ho scritto di mettermene la faccia in culo.
Io sono in Olanda dal 1986.
Quando ancora vivevo in Sardegna, quello delle foibe era un argomento tabù: inutile rielencare i motivi di quel tabù, che sono tanti e bipartisan.
Gli unici a parlare delle foibe erano i fascisti e quello bastava a squalificare l’argomento.
Insomma, oltre al fatto che non mi sento in dovere di scrivere di tutto, semplicemente non ne sapevo abbastanza da pronunciarmi.
Figuratevi che non sapevo neppure che “La giornata del ricordo” fosse stata introdotta da quel grande democratico di Gasparri.
Sai com’è, in Olanda Gasparri non compare spesso in televisione.
Chiaro che il mio ex vicino est unu calloni tontu, ma qualcosa continuava a darmi fastidio.
Sono stato comunista e ho smesso di esserlo senza alcun pentimento.
Non vedo di cosa dovrei pentirmi, se non di essere stato giovane e di aver confuso una fede con una scienza: il marxismo.
Per il resto, vengo dalla nuova sinistra e sono sempre stato antistalinista.
Poi il mondo della mia goiventù era diviso in due: da una parte i nostri e dall’altra i cattivi.
Solo in questo senso l’accusa dell’ex vicino calloni tontu mi dava fastidio.
Mi accusava di pigrizia morale.
Così ho deciso di informarmi un po’, fra l’altro anche da un amico discendente da profughi istriani.
Ho deciso immediatamente di smettere.
Per poter dire qualcosa di sensato dovrei dedicare il resto della mia vita a seri studi storici.
Tutti i dati che incontri in rete sono dati di parte e assolutamente non riconciliabili.
La colpa della tragedia–innegabile–sta tutta da una parte o tutta dall’altra, o quasi.
A me, dopo Srebrenica, viene solo da dire che mi riesce impossibile credere che in quella parte dei Balcani che erano stati conquistati dall’Italia e poi violentemente “redenti” dal fascismo, non siano successe cose orribili alla fine della seconda guerra mondiale.
Cose che succedono regolarmente nei Balcani, quando l’equilibrio tra i vari gruppi etnici viene sconvolto.
Nei Balcani gruppi etnici differenti hanno convissuto per secoli uno a fianco all’altro.
L’elemento che regolarmente fa esplodere la situazione è il nazionalismo e la conseguente applicazione delle idee nazionaliste.
Insomma: ogni volta che qualche pazzo cerca di mettere su uno “stato-nazione” nei Balcani, i Balcani esplodono.
Improvvisamente tutti devono uniformarsi–in un modo o nell’altro, magari morendo–alle esigenze di uniformità dello stato-nazione.
E quando si comincia ad ammazzare, ha poco senso dire: “Ha cominciato lui!”
Quando si comincia ad ammazzare, poi vince chi sa ammazzare meglio e di più.
E chi vince scrive la Storia.
Alla fine della seconda guerra mondiale, nei Balcani “italiani” hanno vinto i partigiani comunisti di Tito, perché sapevano ammazzare meglio e di più degli “italiani”.
Quanto e come abbiano ammazzato non lo so e credo che non lo sapremo mai.
Altro non posso dire, se non che, dopo Srebrenica, qualcosa me la posso immaginare.
Gli “italiani” se la sono cercata?
Indubbiamente, ma tutto dipende da quello che intendi per “italiani”.
No, io non me la sento di schierarmi, di scegliere tra due follie.
È stata una tragedia immensa e basta.
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
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