Mandate i vostri figli all’allenamento di calcio? Sacrificate la vostra domenica per accompagnarli alle trasferte? E allora tutto ‘sto casino quando i docenti assegnano i compiti per le vacanze me lo volete spiegare?
Ragioniamo: il loro, e vostro, riposo è sacro e da preservare solo quando i figli si devono sedere alla scrivania davanti al libro di testo, ma non quando li dovete far pranzare alle 11.00 del mattino e mettervi in macchina perché la partita di campionato si gioca a 40 km da casa.
Ebbene, lo ammetto: io sono una di quelle stronze che assegnano i compiti per le vacanze. E non perché ho tasche e borsette piene di sadismo, ma per il semplice fatto che trovo siano necessari per arginare gli effetti potenzialmente deleteri di una pausa che rischia di produrre un vero e proprio disapprendimento; soprattutto per i ragazzi che hanno più difficoltà a stare al passo coi ritmi scolastici.
Ovvio che la quantità di esercizi non dovrà essere mastodontica e incatenare lo studente alla scrivania per tutta la giornata, guai ad assegnare una mole di lavoro tale da impedire il relax di vacanze da godere senza l’assillo dei compiti da fare o completare.
Ultimamente pascolano sul web letterine da libro cuore, dove maestrine premurose e attente alla sensibilità infantile, a differenza delle carogne come me, augurano buone vacanze ai loro piccoli alunni spingendoli a riposare e compiacersi di un gelato, di una passeggiata coi genitori e/o altri momenti felicemente ricreativi.
Belle, romantiche, commoventi e salvifiche. Condividerle nelle bacheche ci mette in pace col mondo, ci libera lo spirito, ci fa sentire più buone/i. Così come la promozione immeritata a fine anno perché “tanto sarà la vita a bocciarlo”. Così come i voti gonfiati, perché così mettiamo a tacere le critiche dei genitori per qualche nostra piccola mancanza da docenti. Così come tutte le volte che, in fila alla cassa del supermercato, comprate quelle schifezze di dolciumi a vostro figlio per farlo stare zitto. Quando, invece, un NO sarebbe decisamente più educativo e salutare.
Ma io sono una docente stronza che assegna i compiti ai vostri figli perché sono contenta se, approfittando del periodo di sospensione delle attività, riescono a consolidare questa o quella competenza e mettersi al passo con gli altri, esattamente come siete contenti voi quando li portate all’allenamento di calcio in previsione di una buona prestazione alla partita domenicale di campionato.
Ritengo che la legge dell’esercizio valga per tutti ed in tutti i settori: una competenza non esercitata si atrofizza nel tempo. Pertanto continuerò ad assegnarli, nonostante la cosa mi si ritorca contro. E la correzione o la verifica dei risultati diventino, a loro volta, compiti per me.
La piccola Romina nasce nel '67 e cresce in una famiglia normale. Riceve tutti i sacramenti, tranne matrimonio ed estrema unzione, e conclude gli studi facendo contenti mamma e papà. Dopo la laurea conduce una vita da randagia, soggiorna più o meno stabilmente in varie città, prima di trasferirsi definitivamente ad Olbia e fare l’insegnante di italiano e storia in una scuola superiore. Ma resta randagia inside. Ed è forse per questo che viene reclutata nella Redazione di Sardegnablogger.
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