L’ho amata. Di un amore dolcissimo, vaporoso, concettuale, scemo, adolescenziale. L’ho amata per il tuca tuca, per i fagioli, perché voleva fare l’amore da Trieste in giù, perché girava con Pedro, praticamente il meglio di Santa Fè. Ci siamo conosciuti – io e Raffaella – nel 1970, quando Gigi Riva conquistava lo scudetto con il Cagliari e lei era la showgirl spumeggiante e biondissima nello spettacolo “Io Agata e tu”. Poi imparai il suo primo tormentone lanciato a Canzonissima “Ma che musica maestro”, dove l’allegria era dettata dalla sua voglia di stupire, di ballare, di gridare a squarciagola “viva le feste se in un mese son cento in più”. E ancora: Felicità ta ta l’accento sulla a e quella che, forse, è la sua canzone più bella, più tosta, più apra, più rock: “Rumore”. Altre canzoni che mi girano intorno: Fiesta, Tanti auguri. Raffaella era tutto ciò che di bello, di semplice, di naturale poteva essere dipinto nel nostro mondo non ancora infestato da cellulari, auto-tune, social, marchingegni sofisticati. Era bolognese ed era, per molti, la gnocca della porta accanto. Empatica, intelligente, brava, preparata. L’ho amata anche quando cominciò a chiedere il numero dei fagioli. Mi piaceva quel suo modo tra il conturbante e il delicato di raccontare le cose. Quel suo modo stupefacente di presentare “Carramba che sorpresa“. L’ho amata perché rappresentava quello che io mai e poi mai sarei riuscito a fare. E’ stata lei la musa ispiratrice di Roberto Benigni nel Fantastico del 1991, dove l’attore toscano si cimentò ad elencare i vari modi di pronunciare l’organo femminile nelle diverse zone d’Italia (sempre da Trieste in giù); è stata lei a far ballare più della lambada, con il suo tuca tuca, praticamente tutta l’Italia (e stavolta da Trieste in su).L’ho amata in quanto bella, brava, donna, empatica, allegra, giocosa, professionalmente unica, magistralmente inossidabile, icona tra molte icone. Più di Marylin (per me, ovviamente) più della Loren, di Lorella Cuccarini, di Audrey Hepburn (troppo bella e iconica per essere vera). Raffaella mi ha accompagnato con discrezione, con gentilezza, con una irresistibile voglia di vivere e di felicità pura, con l’accento sulla A.Lei sapeva molte cose più di me, mi ha portato molte volte a veder le stelle, mi ha sconvolto l’adolescenza, mi ha stregato, travolto di passione. Io e lei siamo stati, in quel magnifico mondo che è la fantasia, milioni di volte a Santa Fè. Lei era da mangiare con lo sguardo, praticamente la meglio di Santa fè. E’ stata cuore, batticuore, e con lei mi sembrava sempre di sentire un rumore. Poi, d’un tratto, è passata la banda e chissà chi la manda a suonare per noi.L’ho amata. E l’amerò. Ciao Raffaella. Il rumore dolcissimo di un’icona pura.
Giampaolo Cassitta.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Elio e le storie disattese (di Francesco Giorgioni)
The show must go on (di Cosimo Filigheddu)
Vincerà Mengoni. Però… (di Giampaolo Cassitta)
Ero Giorgia, e ricanto. (di Giampaolo Cassitta)
Piacere, Madame. (di Giampaolo Cassitta)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.
Unisciti a 18.018 altri iscritti
Indirizzo e-mail
Iscriviti
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design