Oggi è il compleanno di Francesco Nuti e nel silenzio totale compie 67 anni. Non può più parlare, muovere le mani e camminare e la figlia Ginevra continua, con amore, ad occuparsi di lui. Credo di amare Francesco come Massimo Troisi: sono gli attori che più ho seguito, i loro film li ho visti una decina di volte. Francesco faceva parte dei Giancattivi (con altri due fuoriclasse come Athina Cenci e Alessandro Benvenuti) ed esordì con un film fantastico e assurdo come “ad Ovest di Paperino”. La regia era però di Benvenuti. Lui cominciò come regista nel 1985 con “Casablanca, Casablanca”, ma il film cult rimane “Io, Chiara e lo Scuro”, del 1982, con una bellissima e conturbante Giuliana De Sio nella parte di Chiara e un simpatico Marcello Lotti nella parte de Lo scuro. La storia è ambientata nel mondo dei giocatori di biliardo e l’esecuzione di alcuni colpi sul panno verde sono davvero opera di Francesco Nuti, appassionato della disciplina. Lei, Chiara, è una giovane musicista e suona il il sassofono. Uno scambio di valigie (lei prenderà quella con la stecca per la gara di biliardo del Toscano, lui la valigia con il sax) porterà ad un mirabile incontro. Francesco Nuti è stato un grandissimo narratore di favole, ha camminato con triste leggerezza nelle storie e ha saputo raccogliere tutta le bellezza delle piccole cose. Quel sorriso improbabile, quegli occhi profondi e curiosi, quella sua vulgata toscana, (molto diversa da Benigni) quel suo modo autarchico di cantare (le poppe a pera) ha catapultato Nuti nell’universo dei miei bei ricordi. Lui e Troisi, impacciati nelle storie con le ragazze, costruiscono un minuscolo mondo dove mi sono sempre ritrovato. Chissà se oggi da qualche parte – dietro quel sorriso beffardo del “Toscano” pronto a sfidare “lo scuro” – apparirà Chiara con il sassofono a suonare la musica della vita. Un fado e una milonga per mietere malinconia. Buon compleanno Francesco. Ti voglio davvero bene!
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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