Sono un piccolo giornalista pubblicista e non ho intenzione di parlare a nome mio, anche se non mi sento sciacallo o puttana e neppure pennivendolo. Sono e sono sempre stato una persona curiosa che ha provato ad utilizzare parole provando a raccontare delle storie. A molti non sono piaciute, qualcuno ha invece apprezzato. Non possiamo essere amati da tutti. Però con queste poche righe voglio parlare a nome di Ilaria Alpi, Vittorio Arrigoni, Sebastiano Caprino, Carlo Casalegno, Maria Grazia Cutuli, Mauro De Mauro, Giuseppe Fava, Peppino Impastato, Marco Luccetta, Carlo Rosselli, Mino Pecorelli, Mauro Rostagno, Antonio Russo, Walter Tobagi, solo per rimanere all’interno del nostro paese. Sono nomi di giornalisti uccisi dal terrorismo, dalla mafia, dalla camorra, dalla n’drangheta, dagli stiddari. Sono nomi di persone che camminavano con la penna e il taccuino in mano alla ricerca di qualcosa da raccontare. Li ha uccisi, in molti casi, la curiosità, la voglia di narrare i fatti. Li ha uccisi quel non volersi piegare a nessun potere e a nessun potente. Perché questo è il punto fondamentale: puoi dare della puttana o dello sciacallo a chiunque ma non ad una categoria. Ci sono sciacalli tra gli scrittori, i farmacisti, gli idraulici e i netturbini, tra gli oculisti e i cantautori, tra i notai e i commercianti, tra i politici e i politicanti. Ma non tutti sono sciacalli. Provate a dare della puttana a Ilaria Alpi e guardatevi dentro. Non credo ci possiate fare una bellissima figura. La libertà di stampa è una conquista moderna. Non è possibile ritornare indietro. Ve lo dice un piccolo giornalista pubblicista innamorato delle parole che qualcuno può anche non accettare. Questo dissenso si chiama libertà.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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