Qualora non lo abbiate capito: è saltata in aria una palazzina in Liguria, ma Gabriel Garko sta bene. Se non lo avete appreso, siete stati evidentemente distratti: ne hanno parlato tutti i telegiornali sui quali mi è capitato di incappare. Uno di questi, -Tg3 nazionale- lo ha ripetuto due o tre volte nell’arco dell’intero servizio. Garko sta bene, non si è fatto niente, solo qualche graffio e un po’ di paura e ahinoi, non potrà essere valletto a Sanremo. Naturalmente noi siamo contenti che Gabriel abbia salvato pelle e tutto il resto, contrariamente a quanto accaduto alla ben più sfortunata proprietaria della villa dove l’attore alloggiava. Ma, come si fa nell’eseguire ricette di cucina, dopo aver preso Garko mettiamolo da parte per un po’. Nell’ultimo mese ci sono stati due episodi analoghi: fughe di gas in appartamenti e conseguente esplosione, a Savona e Roma. Si potrebbero citare manuali esemplari che spiegano le dinamiche perverse e furbe della comunicazione e dell’informazione, ma teniamoci, stavolta, ad un livello più basso. Molto semplicemente, chiediamoci, come spettatori, quale sia la portata informativa delle suddette notizie e la loro ragion d’essere. A parte l’immediata e comprensibile generazione di dispiacere e stupore (la stessa cosa potrebbe capitare a me, a casa mia!), non è scontato che si riescano a trovare concrete motivazioni per le quali una notizia del genere debba essere inserita tra quelle di punta in un telegiornale. Che ci sia di mezzo Garko o meno. Il messaggio-Attenti, lasciare aperto il gas è pericoloso-è inesistente, poiché banale: lo sappiamo tutti quanto sia pericoloso. Di qui la possibile conclusione: questa non è una notizia, questa non è informazione. La stessa conclusione che arriva quando i media ci informano che la seconda prova di maturità nei licei scientifici sarà matematica. Ma dai! Arriviamo al dunque, però: se queste non notizie non contano, non sarebbe meglio passare oltre, scrivere d’altro? Era quello che avrei fatto, se non avessi visto, dopo il citato Tg3 nazionale, i due spazi informativi successivi: TGR Leonardo e TGR Piazza Affari. Quelli che vanno in onda quando si è sparecchiato e abbiamo già cambiato canale o spento il televisore. Il primo, ieri, trasmetteva un servizio sul boom demografico ed economico del continente africano. Pur nei consueti tempi stringati, veniva preparato un bellissimo prodotto; in breve, ci veniva detto che entro il 2100 l’Africa sarà la prima potenza economica del pianeta, che la sua popolazione sarà quadruplicata entro lo stesso anno e che nonostante questo, noi occidentali non riusciamo a liberarci dello stereotipo Africa=miseria. Ci veniva anche fatto capire, tra le righe, il perché della visita di Renzi in Nigeria. Cooperazione, dialogo? Forse anche questo, ma prima di tutto, altro: la Nigeria è il pozzo di petrolio del continente. Anche a TGR Piazza Affari si è parlato di Africa, Medio Oriente e petrolio: l’ospite, il presidente dell’Ispi, spiegava gli effetti del calo del prezzo dell’oro nero per l’economia occidentale e chiudeva con una frase che la dice lunga: la Siria per noi conta economicamente pochissimo. Insomma, i siriani dovranno attendere. Sarà per questo che nel principale tg della terza rete RAI si è preferito parlare della palazzina crollata e di Gabriel Garko per lasciare questioni come quelle descritte a rubriche per specialisti. Mah, sì, anche il boom africano a ben vedere, può lasciarci dormire sonni tranquilli, almeno fino al 2100. E la Siria è lontana. Sanremo e il festival, invece, sono vicini. Ah, se non lo avete capito, Garko non si è fatto niente.
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