Ero fermo all’incrocio tra il viale Costa Smeralda e via Paolo Dettori, al centro del paese. Tra me e il semaforo c’era solo un’auto. Mi pare di ricordare una Ford Fiesta, ma saranno passati vent’anni e potrei sbagliarmi. Alla radio davano una partita e, proprio mentre aspettavo il verde, un telecronista di Tutto il calcio minuto per minuto annunciò un gol, con un ruggito quasi soffocato dall’ovazione dello stadio da cui trasmetteva. Tirai un cazzotto sul volante, non so se di gioia o delusione. E le trombe della mia Panda emisero un gemito. Il tizio che stava alla guida dell’auto davanti a me, sentendo il clacson che avevo suonato senza volerlo, pensò che fosse uscito il verde e gli stessi mettendo fretta. Così ripartì sgommando senza manco guardare il semaforo, che invece era ancora rosso. Io mi accorsi un istante dopo dell’equivoco e trattenni il fiato, senza poter fare nulla, seguendo con lo sguardo l’auto che attraversava il crocevia senza averne il diritto, rischiando il disastro. Dalla mia posizione, il palazzo all’angolo impediva la visuale e non potevo controllare se da destra stesse arrivando qualcuno. Era una giornata di discreto traffico, ma da destra non arrivò nessuno. Un Sì Piaggio con due ragazzi in sella piombò da via Paolo Dettori un attimo dopo che la Fiesta aveva liberato l’incrocio.
Mi è venuto in mente questo vecchio fatto della mia vita quando ho saputo della tragica vicenda di Vasto e ho letto l’accanimento su D’Elisa, il responsabile dell’incidente costato la vita alla povera Smargiassi. Mi è venuto in mente perché la nostra vita corre sempre sul filo e a separarla dalla morte a volte sono coincidenze, attimi, imprevisti incontrollabili. Se quel signore sulla Fiesta avesse provocato un incidente per essere passato col rosso, il vero responsabile dello schianto forse sarei stato io, fermo all’incrocio a guardare in apnea la scena. Ma sarebbe stato difficile da spiegare e per il codice della strada sarebbe stato ininfluente, solo un bizzarro resoconto dei fatti. Sarebbe stato difficile spiegarlo a chi fosse stato travolto da un’auto che, semplicemente, non aveva rispettato il rosso. Ma davvero si sarebbe potuto considerare un assassino il signore della Fiesta, così come sento da più parti qualificare D’Elisa? Purtroppo non possiamo controllare tutto, purtroppo non possiamo spiegare tutto., purtroppo non possiamo cancellare il passato, per quanto inaccettabile, a colpi di pistola.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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