Se amate Sanremo dovete aver letto, obbligatoriamente, l’almanacco del Festival scritto a due mani da Marino Bartoletti (oggi, 30 gennaio, compie 73 anni) e da Lucio Mazzi. Se non amate Sanremo (e siete tanti con la puzza sotto il naso) provo a ricordare che il Festival è la messa laica annuale di un paese nazional-popolare. Nessuno guarda Sanremo e tutti guardano Sanremo (un po’ come nessuno votava Democrazia Cristiana eppure governò e continua a governare questo curioso paese) ma io vi chiedo un attimo d’attenzione e insieme all’almanacco di Marino Bartoletti vi faccio qualche sterile domanda. Voi, benedetti radical chic continuate a ripetere, come una litania, che Sanremo è “la solitudine” della Pausini, “Vattene amore” di Mietta e Minghi (trottolino amoroso) “la forza della vita” di Paolo Vallesi e “fiumi di parole” dei Jalisse. E’ anche questo, ma non soprattutto questo. Che ne dite di “almeno tu nell’universo” di Mia Martini, “quello che le donne non dicono di Mannoia, “e dimmi che non vuoi morire” di Patty Pravo, “Ciao amore ciao” di Luigi Tenco, “imparare ad amarsi” di Ornella Vanoni, “la tua ragazza sempre” di Irene Grandi, solo per citare alcune canzoni che sono passate sul palco dell’Ariston? Certo, è bello poter dire: “non guardo Sanremo”, “non mi piace Sanremo” “Sanremo non rappresenta la musica italiana”. Poi – e lo dico sempre e lo dirò fino alla fine – quando siete in auto, a casa d’amici, ad una festa vi mettete a canticchiare “il cuore è uno zingaro”, “lontano dagli occhi”, “bella da morire” e “io che non vivo”. Siate coerenti e più disponibili: Sanremo ci rappresenta come il parlamento italiano. Senza vergogna. Questo siamo, in tutti i luoghi e in tutti i laghi. Buon Sanremo a tutti!
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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