Mentre ci accapigliamo sulle statuine sormontate da stella cometa da esporre a scuola e in attesa che si propongano punizioni corporali per i maestri che bandiscano “Tu scendi dalle stelle” dalla recita di fine anno, è passato inosservato uno studio dell’osservatorio Jobpricing di Repubblica sulle retribuzioni annuali dei dipendenti italiani. Si parla di stipendi, quindi sono esclusi gli autonomi. E, pur rientrando tra gli stipendiati, l’indagine non include i dipendenti della pubblica amministrazione, le cui buste sono evidentemente uguali su tutto il territorio nazionale.
Comunque sia la Sardegna ne è fortemente interessata, perché da questi dati risulta che il Medio Campidano è la Provincia con gli stipendi più bassi d’Italia: 22438 il lordo annuale, contro i 34508 di Milano. Oltre dodicimila euro di differenza tra l’Italia più ricca e quella più povera, nel sud dell’Isola. Non finisce qua, perché nella classifica delle dieci province italiane più povere la Sardegna appare altre due volte, essendovi comprese Oristano e Olbia-Tempio. Cosa cosa? Anche la provincia della Costa Smeralda e del miracolo turistico, dell’aeroporto principesco e del porto passeggeri più trafficato d’Italia? Proprio così, avete letto bene. La Gallura, comunemente conosciuta come territorio opulento, sta nei bassifondi della classifica per entità degli stipendi da aziende private. Un amico sindacalista mi invita a valutare con prudenza questa indagine, ritenendo non abbastanza rappresentativi i parametri di calcoli. I dati, per la cronaca, sono stati raccolti attraverso questionari anonimi sottoposti a singoli lavoratori ed aziende, numeri poi ulteriormente filtrati dall’Istituto. Con tutte le riserve su queste indagini, a me non sembra che questo quadro sia molto distante da una realtà dove il modello industriale si è impantanato da un pezzo, quello turistico vede ridurre di anno in anno le proprie stagioni e il mondo delle campagne continua ad arretrare. Sarà forse il caso, ancora una volta, di porsi delle domande sui nostri modelli di sviluppo? In attesa di stabilire se la Sardegna abbia un problema, torniamo ad occuparci della più scottante attualità: presepi a scuola e cori natalizi.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo e-book "Cosa conta".
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