pubblicato il 3/1/2016
Ciò che mi spaventa nel vedere gente uccidere animali per gioco è che non percepiscono la morte. E, di conseguenza, non percepiscono nemmeno la vita.
Uccidere li diverte.
Ascoltate la risata del tizio che, dopo aver legato un petardo sul corpo di un gabbiano e aver acceso la miccia, attende il momento dell’esplosione in aria. Ride come se si trovasse davanti a una scena comica. È comica, dunque, la morte. Fa ridere.
Penso al vuoto che c’è in quella persona e ne sono sgomento. Penso ai suoi pensieri , al momento in cui andranno a cercarlo e si giustificherà dicendo che era solo un gabbiano. Uno dei tanti. Che male c’è nel farlo morire per divertimento, che male c’è a farlo esplodere in aria mentre cerca di raggiungere il suo stormo, convinto di essere stato liberato? È la percezione della morte che manca. E purtroppo non sarà una denuncia a inculcare il rispetto per la vita in anfratti dell’umanità dove il sole non batte. Piuttosto stiamoci attenti.
Perché i prossimi gabbiani potremmo essere noi.
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