All’Asinara il Generale Dalla Chiesa lo si ricorda come quello che aveva fatto tagliare la lunga fila di alberi che, da Fornelli arrivavano al pontile. Ragioni di sicurezza disse ruvidamente quando sbarcò sull’isola. Erano tempi duri, difficili, le brigate rosse e i fascisti di ordine nuovo erano stati assegnati alla sezione di massima sicurezza del carcere. Si pensava ad una rivolta, si aveva letteralmente paura. Lui, il Generale Dalla Chiesa aveva capito, forse più di tutti e prima di tutti, che il terrorismo si abbatteva con l’isolamento. Non si doveva permettere che i vari Curcio, Ognibene, Franceschini avessero contatti con l’esterno. Lo aveva imparato negli anni il Generale. Lo aveva anche “impartito” con quel carattere che non dava adito a compromessi. Il 22 maggio 1974 veniva costituito, a Roma, il primo vero nucleo antiterrorismo. Utilizzò il metodo dell’infiltrazione, come aveva fatto prima in Sicilia. Il nucleo fu costituito a seguito del sequestro del Giudice Sossi da parte delle brigate rosse. Erano, davvero, anni senza orizzonte. Non ho mai incontrato il Generale Alberto Dalla Chiesa e all’Asinara sono arrivato che gli alberi erano già stati tagliati. Non so. Quel viale nudo, di solo cemento che in discesa cavalcava verso il mare, mi ha sempre creato una sottile angoscia. Come il terrorismo.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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