Ci vorrebbe in questi giorni il suono del silenzio. A dire il vero è un rumore adatto in quasi tutte le occasioni. C’è troppa gente sempre pronta a battere, ribattere e controbattere. Tutti sono intervenuti sulla diatriba “il presidente” o “la presidente”, ci siamo riscoperti glottologi e lessicalmente perfetti; ci sono state spiegazioni altissime su quanto era necessario innalzare la quota dei contanti da mettere nel portafoglio o in borsetta e nessuno, proprio nessuno a far notare la stupidità di tale soluzione. Perché? Le cose sono o stupide o intelligenti e questa è una cosa stupida. Basta una parola. Subito forcaioli contro l’uomo che ha imbracciato l’arco e ha ucciso un uomo. Poi, dopo un attimo di silenzio il circo ha cominciato a dire tutto ed il contrario di tutto: quello urlava, era sporco, forse spacciatore, è stata legittima difesa (legittima difesa?) ci vuole un po’ di sicurezza, basta: la pacchia è finita. Nessuno, dico nessuno a dire che l’atto era folle. Immaginate se la freccia l’avesse scoccata uno straniero contro un patriota (patriota? Eh si, questi sono i tempi signora la presidente). Così il silenzio si è riempito di prese di posizione, di spiegazioni lunghissime (e noiosissime) sul decreto contro i rave party e nessuno, dico nessuno che dicesse: quel decreto non l’avrebbe scritto neppure il peggiore degli studenti di giurisprudenza. Dire: abbiamo sbagliato, scusate. Studiamo e vi faremo sapere. No: rumore, dibattiti, discussioni apocalittiche, giochi di sponda e la stanca e inutile narrazione sui poveri migranti la cui unica colpa è quella di morire in mare. Facessero un po’ di silenzio anche loro. Ci vorrebbe il suono del silenzio ma non quello che vorrebbero certi governanti: non zittire la musica, non zittire chi spera in un mondo migliore, non zittire le povere persone che non hanno mai visto – e sottolineo mai – una banconota da cento e figuriamoci da duecento e cinquecento euro. Ecco, ci vorrebbe il suono del silenzio di Simon e Garfunkel ad appianare quel rumore di niente. Ci rimane solo il gusto di augurare buon compleanno a Art Garfunkel per i suoi 81 anni. Buon silenzio, di quello vero, di quello musicale. Buon sound of silence a tutti.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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