Il torturatore con le palle (di Gavino Ricci)

Scrivevo, in un articolo dell’8 aprile scorso che per torturare un quasi-vecchio di 63 anni ci vuole “talento”: https://www.sardegnablogger.it/ce-lo-chiede-leuropa/

Ho avuto un’inaspettata conferma da uno dei torturatori: http://www.repubblica.it/cronaca/2015/04/14/news/diaz_g8_tortosa-111948758/?ref=HREA-1

“Palle” definisce questo poliziotto il suo talento.

Vorrei vederlo ripetere queste parole a un gruppo di sessantenni come me, ma, sia ben chiaro, nelle stesse condizioni in cui si è trovato Arnaldo Cestaro allora.

Cioè, noi armati di manganello e in ottanta e lui da solo e disarmato.

Ah, naturalmente, e anche noi con la garanzia dell’impunità, eh!

Ci vogliono davvero palle–di ping-pong–al posto del cervello per sentirsi un eroe in questa situazione.

Insomma, questo è non solo un torturatore, ma ha anche poco sale in zucca.

Gente così ne è sempre esistita e ne esisterà sempre:  vigliacchi.

Il problema, come ha stabilito la Corte di Strasburgo, è che questo qui sia potuto diventare poliziotto e che sia rimasto impunito.

In un paese civile sarebbe nel posto che gli compete: in galera.