Succede che un sindaco convochi assessori e consiglieri della sua maggioranza, il 24 dicembre. Essendo la vigilia di Natale, succede anche che assessori e consiglieri si aspettino i classici auguri e, magari, un generoso bilancio di fine anno tracciato con parole dolci dal capo dell’amministrazione. E, invece, succede l’inimmaginabile. Il sindaco spiega agli assessori che, da quel momento, sono licenziati: ritira loro le deleghe in quello stesso momento, annunciando di volersi concedere un periodo di riflessione. Dopo le feste se ne riparlerà. È successo ieri, ad Arzachena. Il sindaco Alberto Ragnedda ha azzerato la sua giunta comunale, ritirando senza preavviso tutti gli incarichi assegnati due anni e mezzo fa ad inizio mandato. Certo, si parlava di rimpasto da tempo. Perché la giovane amministrazione di Arzachena, pur presentandosi sotto le insegne del rinnovamento, alle vecchie staffette di stampo democristiano ha fin dal primo momento affidato la sua sopravvivenza. Ma ci si aspettava tuttalpiù la sostituzione di qualche elemento – la vicesindaco Maria Giagoni, ad esempio, da tempo in conflitto con Ragnedda – e non una sospensione collettiva alla vigilia delle feste, probabile prologo di una crisi amministrativa dagli esiti imprevedibili. A Natale non tutti siamo più buoni.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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