“Ci sono altri 20 giganti a Riola Sardo”.
“A gennaio esordio all’accademia dei Lincei”
Titoli dell’Unione Sarda.
Adesso l’archeologia di regime corre ai ripari.
Tutto merito loro, ovviamente.
Sì, dico, l’aver “strappato i giganti all’oblio di trent’anni”.
Come se non fosse stato il regime a nascondere i giganti per tutti questi decenni e a sospendere gli scavi.
Viene da dire: “Morto un Lilliu, se ne fa un altro”.
Adesso quelli che hanno fatto carriera all’ombra breve del “piccolo grande uomo”, sono in prima fila a reclamare onori e meriti.
“Le nuove statue, aggiunte a quelle già scoperte,farebbero lievitare a circa cinquanta il numero dei giganti riemersi. Una quantità imponente che, se possibile rende ancora più imponente la portata della scoperta.”
L’articolo dell’Unione si guarda bene dal chiedersi perché abbiano aspettato così tanto tempo per ricominciare a scavare e a riconoscere quello che era evidente fin dal principio: “[scoperta] destinata a riscrivere l’identità della Sardegna alla fine dell’epoca dei nuraghi, tra il Bronzo finale e il primo Ferro. Fatte salve altre ipotesi, altrettanto suggestive.”
Ma no?
Ma va?
Questo lo sapevamo già da molto, già dal ritrovamento della prime statue.
Questo lo sapevamo già da trenta anni.
Chi o cosa ha autorizzato gli archeologi di regime a parlare, oggi, in questi termini?
E chi o cosa ha impedito loro per trenta anni di parlare in questi termini?
Riscrivere l’identità della Sardegna alla fine dell’epoca dei nuraghi significa ammettere che quella scritta da Lilliu era sbagliata.
È per questo che hanno aspettato la sua morte per parlare in questi termini?
Con il coraggio intellettuale non si fa molta carriera in Sardegna.
Meglio vegetare all’ombra delle autorità, coltivare un fertile silenzio e godersi la rendita.
Tanto poi pochi si ricorderanno che queste “scoperte sensazionali” sono vecchie di trenta anni e che per tutto questo tempo l’attività principale dei nostri eroi è stata proprio quella di nascondere i giganti nei magazzini, non fare nulla per ottenere la ripresa degli scavi e–soprattutto–mai mettere in discussione la visione della Sardegna diffusa dall’accademia.
Leggetevi questo mio articolo di tre anni fa–precedente quindi alla morte di Giovanni Lilliu–e provate a chiedervi perché i suoi eredi hanno tenuto i giganti nascosti per trenta anni: https://bolognesu.wordpress.com/2012/01/29/come-ci-vedeva-lilliu/
Ecco quella “identità sarda” da riscrivere, come finalmente ammettono–a babbu mortu–i nostri eroi.
Quella che loro hanno sostenuto per poter fare carriera.
Quando parlo di “regime” non parlo di complotti, ma di una cosa molto peggiore.
Nella favola di Andersen “I vestiti dell’imperatore”, non c’è nessun complotto da parte dei cortigiani: basta il loro essere cortigiani per fargli vedere o lodare quei vestiti inesistenti.
Esattamente quello che succede alle cortigiane della cultura sarda.
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
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