«Il mio hobby? Il lavoro. E ritengo sia una fortuna. Non frequento salotti, non conosco la cosiddetta mondanità. Non vado spesso a teatro, non scio e non nuoto, non vado neppure a cavallo. Quando non sono ad Arcore o a Palazzo Grazioli, torno a casa a Padova». Era schivo, silenzioso, era presente a pochissimi salotti mediatici e lo ricordo per un suo intercalare tipicamente Veneto: “mavalà” che utilizzava le pochissime volte in cui partecipava ad una trasmissione televisiva di approfondimento. Niccolò Ghedini è stato l’avvocato di Berlusconi e ha incarnato, per tutti, il suo punto di vista giuridico. In parlamento dagli albori di Forza Italia, è stato amico sincero e avvocato fedele di un uomo considerato da lui “sempre innocente.” Su questo non ha mai tentennato, neppure per un attimo. Era lui a dover telefonare all’ex cavaliere per comunicargli gli esisti dei processi, assoluzioni o condanne.«Davanti a un verdetto di colpevolezza – raccontava – Silvio Berlusconi resta sempre incredulo. Normale per una persona innocente che ha la coscienza pulita». Niccolò Ghedini era questo, convinto sostenitore della causa di un uomo dalle molte ombre con le quali lui, avvocato bravissimo e profondo conoscitore dei cavilli giuridici, ha saputo camminare in un vortice di domande inespresse, dubbi mai del tutto appianati e qualche piccola certezza. Lo chiamavano “il sarto” per la sua bravura nel cucire articoli di legge che il suo assistito avrebbe poi potuto utilizzare. Non gli ha mai sfiorato, almeno credo, l’idea che potesse essere una forzatura, perché lui – sono le sue parole -“difendo l’onore e la libertà di questo amico ogni volta innocente cui voglio bene. Molto bene».Di questo ne siamo sicuri tutti. È morto giovanissimo, all’età di 62 anni. Silvio Berlusconi, da oggi, è un po’ più solo. E senza sarto un po’ più nudo.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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