La vicenda di Sadali è solo il milionesimo episodio che ci dovrebbe aiutare a riflettere su quanto è incasinato il tema dell’immigrazione. Ogni volta che lo affrontiamo abbiamo a che fare con morte, violenze, sofferenze. Ora, io non sono razzista, ma certe volte penso che quelli che protestano per la presenza degli stranieri, qualche ragione ce l’hanno. Innanzitutto quando parlano di lavoro. È una questione matematica, aritmetica. Se uno viene a lavorare in Italia, e il lavoro lo trova, quello sarà un posto di lavoro in meno per un altro (magari proprio un italiano) che dovrà restare disoccupato per più tempo. Lo so che è brutto, ma è così. I numeri non mentono. Inoltre, voglio dire, l’integrazione è difficile, a parte gli scherzi. Come si può pretendere che un essere umano, vissuto per quarant’anni in un paese ics, improvvisamente e senza magari gli adeguati strumenti culturali, possa assimilare modi di vita di un paese e di un popolo a lui completamente estranei? A questo proposito, a volte penso che in fondo forse è anche giusto chiedere –coi dovuti modi- che ogni straniero sia messo in condizione di tornarsene il prima possibile nel suo paese. Anche per una questione affettiva, voglio dire: immagino che un Senegalese ami il Senegal, un Romeno ami la Romania, uno Svizzero la Svizzera, più di quanto non amino l’Italia. E lo stesso vale per gli Italiani all’estero. Ecco, io penso che sia giusto che ogni straniero lasci l’Italia per tornare nel suo paese e che ogni Italiano lasci l’estero per tornare in Italia. Come dite? I posti di lavoro non basterebbero e saremmo punto e daccapo? Davvero? Hmm, non ci avevo pensato. Comunque, a parte questo, credo che in questo modo, con questo ritorno alle origini, ogni Nazione, ogni regione, anche il più piccolo paesello e anche ogni famiglia (ah.. la famiglia…) ritroverebbero un po’ dell’armonia perduta in questi anni di globalizzazione sfrenata che ci hanno fatto smarrire il senso della nostra identità. Anzi, ad essere ancora più precisi, non credo che gli Italiani all’estero debbano semplicemente tornare in Italia. Affatto. Credo che andrebbero deport… ehm, reimportati regione per regione e paese per paese. Si, bellissimo, i Romani a Roma, i Sardi in Sardegna, i Sanremesi a Sanremo, i Molisani nel Molise, i Pietrelcinesi a Pietrelcina e via dicendo. Come? In Sardegna diventeremmo tre milioni? Ancora con ‘sta storia dei posti di lavoro? E basta! Una soluzione si trova. Come diceva quello? Dove si mangia in sei si mangia in sette. E poi, vuoi mettere il casino a Natale e a Pasqua? Certe mangiate! Certe imbriachère! Dirò di più. Laddove fosse possibile, anche i discendenti fino, diciamo, alla seconda generazione, dovrebbero seguire le orme dei loro sfigati antenati e tornare nelle loro terre d’origine. Come dite? È un casino? E perché? Perché ormai siamo troppo mischiati? E cosa c’entra? Dove si può si fa, dove non si può si divide o si prende una decisione. Per esempio, i miei genitori erano tutti e due Maddalenini, e quindi dovrei starmene qui. Però, ecco, già con la seconda generazione mi troverei… insomma… i miei nonni erano uno del Bellunese e l’altro della Riviera di Levante. Le nonne invece, bah, una era nata qui ma aveva origini olbiesi, l’altra invece era proprio di Tempio, e quindi mi sa che mi toccherebbe trasferirmi. Tempio è bella eh, intendiamoci. Olbia anche. Potrei fare un po’ qui e un po’ lì. Ma coi nonni? I nonni uomini, intendo. Quello è un mezzo casino… Entrambi Italiani, per carità. Anzi, entrambi del Nord, certo. Erano scesi in Sardegna ai primi del Novecento per cercare lavoro. Il nonno ligure addirittura era sceso con mezzo paese. Cazzo, mezza Levanto si era trasferita qui, donne uomini bambini, famiglie intere. Tutti al sud fare gli scalpellini (le donne no). Non era rimasto più nessuno, praticamente. Cos’è quel sorrisetto? Embè? Si, erano scesi in Sardegna dal Nord Italia a cercare lavoro. Non solo. Il nonno ligure, lo scalpellino, una volta ne era pure sceso in Africa a lavorare con tutta la ditta. Mi pare dovessero piazzare un monumento fatto con granito sardo doc, vicino alla diga di Assuan. E cosa c’è di strano? Come? Hanno tolto lavoro agli egiziani? E cosa c’entra? Bah! Dovevano andare e sono andati………. Ma poi sono tornati, cazzo! Immigrazione al contrario? Perché, c’è anche un’immigrazione per il verso giusto? Voglio dire, se c’è immigrazione a rovescio ci sarà anche immigrazione al dritto. Come il razzismo, no? Ci sarà per forza un razzismo al dritto se c’è quello a rovescio; come quei quarantasette di Sadali che pure morendo di fame hanno rifiutato un posto in albergo, vitto e alloggio gratis. E se ne sono andati perché dice che a Sadali e in Sardegna non c’è niente. Come non c’è niente? Sarà meglio che morire in mezzo a una guerra o in mezzo al mare. Come? Volevano lavorare e non stare fermi in un albergo a non fare un cazzo? Ma và. Razzismo alla rovescio, altro che (alla rovescio o alla rovescia?) Comunque, tornando a me, se passa la riforma dove me ne vado? In Liguria o sulle montagne del Veneto? Certo, dovendo scegliere bisognerebbe privilegiare la linea paterna.. sapete com’è.. il cognome… Padre/Patria. E certo, sennò si chiamava Matria. Insomma, mi tocca il Veneto… Belluno. Bellissimo! Le valli, le montagne, la neve…. La Lega… Chissà a noi, ehm, sardi, come ci vedono lassù. Boh, io vado. Al limite, se -male male che va- lì proprio non mi vogliono, poi me ne scendo in Africa. Mio nonno ne parlava sempre bene. Come dite? Immigrazione al contrario? Nessuno è perfetto.
Nacqui dopopranzo, un martedì. Dovevo chiamarmi Sonia (non c’erano ecografi) o Mirko. Mi chiamo Luca. Dubito che, fossi femmina, mi chiamerei Sonia. A otto anni è successo qualcosa. Quando racconto dico sempre: “quando avevo otto anni”, come se prima fossi in letargo. Sono cresciuto in riva a mare, campagna e zona urbana. Sono un rivista. Ho studiato un po’ Filosofia, un po’ Paesaggio, un po’ Nuvole. Ho letto qualche libro, scritto e fatto qualche cazzata. Ora sto su Sardegnablogger. Appunto.
Renatino e i misteri di Roma (di Giampaolo Cassitta)
Cara Cora (di Francesco Giorgioni)
The show must go on (di Cosimo Filigheddu)
Vincerà Mengoni. Però… (di Giampaolo Cassitta)
Ero Giorgia, e ricanto. (di Giampaolo Cassitta)
Piacere, Madame. (di Giampaolo Cassitta)
Se son fiori spariranno (di Giampaolo Cassitta)
Ma Sanremo è Sanremo? (di Giampaolo Cassitta)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design