Una volta si diceva che il cliente ha sempre ragione, salvo poi, all’uscita dal supermercato, trovarti con le tasche piene di caramelle.
Si, capitava spesso che alla cassa la commessa facesse il conto: «16 euro e ottantacinque centesimi»
Poggiando i tuoi venti euro, che regolarmente venivano passati “ai raggi” per vedere se fossero falsi (?), con aria rassegnata, la commessa ti restituiva tre euro e una manciata di caramelle: cinque caramelle, una caramella=tre centesimi.
E capitava che qualche volta andavi a far la spesa con la luna di traverso, stufa di sentirti trattata come una falsaria e come una rompiballe che non perde occasione per protestare.
E allora succede il patatrac.
Solita spesa, solita coda alla cassa, tanta gente impaziente.
Finalmente arriva il tuo turno: gli articoli passano davanti al lettore che con un bip legge il prezzo e alla fine basta schiacciare un pulsante che viene fuori il totale, ancora con un bip.
«20 euro e ventisette centesimi».
Metto i miei cinquanta euro sul banco e la commessa, con molta professionalità, striscia su una particolare macchinetta che sta a fianco della calcolatrice.
«Non è che ha i ventisette centesimi?
«Certo»
Infilo la mano in tasca mentre la giovane dall’altra parte tira fuori dal cassetto trenta euro, una banconota da venti e una da dieci.
«Le dispiace passarle in quella macchinetta»? le chiedo gentilmente.
Si rabbuia, si scoccia e con fare sgarbato: «Guardi che sono buoni, non si fida?»
«Anche i miei erano buoni, eppure li ha passati, cos’è, non si fidava?»
La fila comincia a spazientirsi e qualcuno accenna una frase di solidarietà…per me.
Nervosamente la tipa striscia le banconote sopra l’aggeggio e me le porge: «Contenta? E i ventisette centesimi?»
«Eccoli», le faccio, porgendo una manciata di caramelle che avevo in tasca e poggiandole sul banco.
«Ma cosa sono queste?»
«Sono ventisette centesimi: i quindici che mi ha restituito avantieri e i dodici di venerdì scorso, totale nove caramelle!»
«Ma scherza??? Non le posso prendere!!!», urla imbufalita.
«Perché non sono buone?» le rispondo con aria di sfida. «Le passi nella macchinetta, vedrà che sono buone, me le ha date lei!»
Uno scroscio di applausi parte dalla coda che ormai si era ingrossata.
«Brava!!! Così bisogna fare! E’ una vergogna!»
Ritiro il mio resto, la mia spesa e vado via salutando educatamente.
Niente più resto con caramelle da quella volta!
Nata quasi a metà del secolo scorso, ha dato un notevole impulso, giovanissima, all'incremento demografico, sfornando tre figli in due anni e mezzo. La maturità la raggiunge a trentasei anni (maturità scientifica, col massimo dei voti) e la laurea...dopo i sessanta e pure con la lode. Nonna duepuntozero di quattro nipotini che adora, ricambiata, coi quali non disdegna di giocare a...pallone, la sua grande passione, insieme al mare.
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