Forse la neve, quel vorticoso rumore rumore di niente in contrapposizione alla musica, forse perché si spengono le luci di Natale, però Gennaio è il mese peggiore per i musicisti: Fabrizio De André, Pino Daniele, David Bowie e adesso Glenn Frey, chitarrista, cantante e fondatore degli Eagles, quelli di “Hotel California”. Il country rock che ha fatto innamorare molti ragazzi degli anni settanta. Frey era uno che la chitarra la sapeva suonare. La rivista Rolling Stones lo definì l’Ernest Hemingway del rock and roll. Amava Jack Keouac e la poesia ribelle americana: quella di Allen Ginsberg per intenderci. Per me gli Eagles rappresentano, da sempre, un pezzo dolcissimo della mia adolescenza. La mia canzone era e rimane “Desperado”. A quei tempi non c’erano i testi all’interno dei dischi e, chiaramente non c’era Internet. Io e Maria Vittoria provammo disperatamente (è il caso di rimarcarlo) qualcuno che ci traducesse quella strana e dolcissima canzone. A me, a dire il vero, andava bene così: un lentone che reggeva agli abbracci e alle possibilità di un bacio. Cosa rara, almeno ai quei tempi. Ma Maria Vittoria voleva assolutamente capire quella strana canzone che riteneva (e a torto) triste. Fu un amico comune che lavorava in radio, a Teleradio Alghero 101 (parlo delle radio libere ma libere veramente) a regalarmi la traduzione. Mi resi conto, da subito, che era una canzone bellissima, adatta agli abbracci. “Ma i tuoi piedi non diventano freddi nell’inverno?” era una sorta di attacco formidabile per una dichiarazione d’amore. Che, chiaramente utilizzai. Maria Vittoria rispose che sì, i suoi piedi erano molto freddi d’inverno. Allora aggiunsi. “E’ difficile capire la notte dal giorno, non è strano come la sensazione se ne va?” Lei mi chiese quale sensazione. Ed ecco che gli Eagles chiudevano, con Desperado il cerchio: “ Scendi dalle tue posizioni, apri il cancello, potrebbe piovere, ma c’è un arcobaleno sopra di te. Faresti meglio che qualcuno ti ami prima che sia troppo tardi”. Maria Vittoria capì e finalmente il bacio riuscì a partire. Poi, probabilmente, era troppo tardi e i baci li regalò a qualcun altro. Glenn Frey, chitarrista, sognatore. Andato via in gennaio, come tanti. Spero che i tuoi piedi non diventino freddi d’inverno. Non sarebbe giusto. Grazie di quella musica, grazie di tutto. Anche a nome di Maria Vittoria.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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