Se pur presi dai problemi di casa nostra, un pensiero distratto e veloce sulle primarie americane lo abbiamo abbiamo avuto: ma chi sono, che faccia avranno questi americani che davvero vorrebbero Donald Trump come presidente?
Non dev’essere una curiosità presente solo in noi Europei che seguiamo senza entusiasmo queste primarie americane, se digitando su Google who is voting for Donald Trump, qualcosa di interessante dai giornali americani, salta fuori. E se lo è chiesto anche la CNN, che ha cercato di tracciare l’identikit dell’elettore medio sedotto dal miliardario nel corso di un tour di 31 città. Il risultato: operai, infermieri, piccoli imprenditori, liceali alla prima esperienza di voto, anziani veterani di guerra e pensionati; politicamente parlando, sono reduci dalle battaglie del Tea Party, ma anche delusi da Obama, su cui ritornano ad aleggiare i dubbi riguardo la fede religiosa. Ma cosa possono avere in comune diciottenni brufolosi del college che vivono su Facebook e ottuagenari che seguono la campagna elettorale in tv? La risposta della CNN non è poi tanto sorprendente: quel perenne e americanissimo sentimento di insicurezza che assume la forma della paura; paura per la propria vita, la propria casa, i propri soldi. In aggiunta, tutto quello che dall’ammirazione di un personaggio come Trump può derivare: un po’ di razzismo, non celata inclinazione alla violenza, elogio dell’uomo che viene dal mondo del business. Tra i 150 sostenitori intervistati, ve ne segnalo due. Tom: avrà 40 anni circa, sarà sui 120 chilogrammi, camicia a quadri e felpa in pile verde, berretto con scritta TRUMP in testa. Dice che non è vero il leitmotiv secondo cui gli immigrati facciano i lavori che gli americani non amano fare: insomma, rubano anche i posti di lavoro graditi e si approfittano degli Stati Uniti. L’altra è una signora di nome Patricia. Avrà passato i 60, ha un viso rassicurante e dolce e gesticola davanti al microfono, interrompendosi di tanto in tanto per cercare l’aiuto del marito e quello della giornalista. “Penso che Trump dovrebbe metterli … come posso dire, ehm … una sorta di …” “Lista?” “Sì, ecco, una lista … che male c’è se non si ha niente da nascondere?” Facile capire di chi stia parlando Patricia, vero? I musulmani, sì. Tutti in un bel database. Perché, aggiunge, “se i francesi avessero controllato i loro confini, la strage di Parigi non sarebbe accaduta. Però io amo lo stesso i francesi”. Ho provato a fare lo stesso gioco su Google per cercare i supporters di Hillary Clinton. Lo ammetto, ho smesso subito: non era altrettanto divertente.
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