La strada che costeggia il lungomare è quasi deserta. Una cittadina come Olbia, adrenalinica da maggio a settembre, a marzo sonnecchia ancora. E marzo è uno tra i mesi più stronzi dell’anno: prima ti offre l’illusione di qualche giorno di sole e poi ti fa ripiombare nelle giornate fredde, ricordandoti bruscamente che sei in pieno inverno.
C’è vento in mezzo a quel buio o c’è buio in mezzo a quel vento. Insomma, ci sono tutt’e due: vento e buio. E due sono i militari del posto di blocco, appostati strategicamente dietro l’unica curva dopo il rettilineo. Stanno in piedi, accanto all’auto il cui motore borbotta sottovoce. La volante deve restare in moto, pronta a un eventuale inseguimento.
Un’auto bianca percorre ignara il rettilineo e il guidatore non ha ancora scorto la pattuglia. Dopo una decina di metri, ad un tratto, il conducente si accorge e avvistare in lontananza le divise scure, come il velluto di un astuccio per gioielli, lo fa rientrare in sé con un tonfo.
La situazione prende una piega disperata e, si sa, una circostanza estrema richiede contromisure estreme. Mettere freccia e svoltare rapidamente è un tutt’uno.
I militari vedono l’improvvisa virata, montano sulla loro auto e gli si mettono alle calcagna. Percorrono in velocità alcune viuzze, scorgono l’auto bianca che maldestra schiva auto in sosta, cartelli stradali e rotonde…per fortuna nessun passante. La corsa prosegue per qualche centinaio di metri, poi una sterzata goffa fa accadere l’imponderabile: le due ruote anteriori dell’auto bianca finiscono in un avvallamento a bordo strada, profondo circa un metro. Il cofano si accascia senza scampo verso il basso e la corsa termina lì. Gli uomini in divisa si avvicinano cauti, cercando di scrutare il volto del fuggitivo attraverso la fioca luce del lampione.
Lui si gira verso di loro e abbassa il finestrino. Spuntano due occhi che rivelano una momentanea condizione di assenza, nella quale si annacqua tutta la risolutezza della fuga. Due occhi buoni… Di quelli che appartengono a chi è in grado di mordere solo se l’avversario è voltato dall’altra parte, perché non sono capaci di sostenerne lo sguardo. L’intenzione di godersi la serata, che sicuramente era scritta in quella faccia prima della fuga, aveva ceduto il posto a un’espressione di terrore. Ora intorno agli occhi e sulla fronte, contratti in una maschera di disperazione, è in corso una guerra.
– Scusate – esclama mortificato.
E in quel preciso istante i due agenti capiscono di trovarsi disorientati nel bel mezzo di una situazione onirica e concreta allo stesso tempo: il fuggitivo è un timido 75enne. Nel sedile accanto a quello di guida siede più o meno composta una prostituta sudamericana. Gli chiedono i documenti, li porge con mano tremolante. Non è Parkinson, no: è una macedonia di imbarazzo, vergogna, disagio, confusione e timore.
– Perché è scappato quando ci ha visti? – domanda uno dei militari, ma conosce già la risposta.
Sa bene che è stato il nobile sentimento della vergogna a farlo fuggire. Il dignitoso senso dell’onore che possiede chi, pur non avendo commesso alcun reato, è immerso in una situazione indecente. I militari gli danno una mano a togliere l’auto dal fosso, impietositi e con un mezzo sorriso lo salutano.
– Non dite nulla, per favore. Sono sposato – bisbiglia con lo sguardo rivolto verso l’asfalto. – Buonasera –
E non è necessario essere un tossico o delinquente per vivere emozioni estreme. Basta avere una puttana seduta nel sedile accanto e una moglie a casa che ti aspetta per la cena. Oltre a quella giusta dose di rispettabilità ancora intatta per farti vergognare.
La piccola Romina nasce nel '67 e cresce in una famiglia normale. Riceve tutti i sacramenti, tranne matrimonio ed estrema unzione, e conclude gli studi facendo contenti mamma e papà. Dopo la laurea conduce una vita da randagia, soggiorna più o meno stabilmente in varie città, prima di trasferirsi definitivamente ad Olbia e fare l’insegnante di italiano e storia in una scuola superiore. Ma resta randagia inside. Ed è forse per questo che viene reclutata nella Redazione di Sardegnablogger.
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