Sembra che, nel ponte Pasquale, gran parte dei potenziali personaggi del giorno che SardegnaBlogger ti obbliga a scrivere a rotazione abbiano scelto di fare ciò che fanno tutti gli altri anonimi cittadini del mondo: trascorrere un paio di giorni di assoluto, trascurabile cazzeggio. E’ perciò assolutamente improba la fatica dello sfigatissimo blogger incappato, per via della sorte mala, nella data più temuta, quella del Lunedì dell’Angelo, comunemente noto come Pasquetta. Immaginate un uomo appesantito dal cibo e dall’alcol che, intorno alla mezzanotte del 27 marzo, si mette alla tastiera per anticipare il personaggio del 28, ben sapendo che mai e poi mai potrà ottemperare all’obbligo in tempo reale, avendo anch’egli programmato una giornata di relax.
Ecco, quell’uomo sono io. Consumato da estenuanti ricerche in tutti i siti e tutti i laghi e tutti i fiumi, alla ricerca di un personaggio da blandire o prendere per il culo, mi sono alfine rassegnato a non trovarlo, prendendo atto che non si è materializzato. La retorica non fa per me. Non ho voglia di scodellare piattini di minestra riscaldata sugli attentati vicini e lontani, sulle micromanifestazioni di nenonazisti belgi assurte a notizia di prima pagina, sulle banalità papali e sulle brutalità egiziane. E in fondo, scusate, abbiamo tanto da pensare, in questi giorni, che forse è meglio prendersi una piccola pausa che male non fa e magari ci consente pure di riprenderci dal fuoco di fila di commenti e invettive che colora le nostre giornate virtuali, dove la confusione è tale che risulta difficile distinguere la pecora dal leone. C’è bisogno, a volte, di una pausa per riprendere il controllo della canoa ed evitare che finisca in balia delle correnti di quel torrente in piena che è la rete.
L’agnello, ieri, si è meritato lo status di personaggio del giorno di SardegnaBlogger, in un bell’articolo di Fiorenzo Caterini. Oggi, Pasquetta, il personaggio del giorno sono io, voi che leggete, quelli di cui parliamo. Siamo noi cacciatori di notizie e le nostre prede predilette; siamo noi che leggiamo e scriviamo, siete voi che leggete e scrivete. Siamo noi tutti che, per una volta, ce ne stiamo sdraiati all’ombra di un albero con una birra in mano e sorridiamo pensando che potremmo fare una foto e ficcarci Salvini che telefona. Per oggi ce la godiamo così, senza pensieri.
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