La fatica di Fabio Aru la si calcola con quello smisurato allargarsi della bocca, quando la strada si drizza sotto i pedali e la sofferenza sfigura i lineamenti di ogni ciclista. Le labbra dello scalatore di Villacidro si estendono, si torcono, eppure non si capisce se quell’espressione segnali un dolore al limite delle possibilità umane o se, invece, sia il sorriso di chi ha conquistato una terra promessa lontana distanze siderali. Chi va in bicicletta lo sa bene quanto fatica e felicità viaggino ad un millimetro l’una dall’altra. Oggi, come ieri, non c’è stata differenza tra sofferenza e gioia. Fabio Aru non ha solo vinto la seconda tappa consecutiva del Giro d’Italia, non ha solo conquistato l’ambita frazione del Sestriere e la Cima Coppi. Fabio Aru da Villacidro, di professione ciclista, ha dimostrato qualcosa di più: ha schiantato Alberto Contador, lo ha piegato infliggendogli una dura lezione, ha ridimensionato con una scatto perentorio l’emergente compagno di squadra Landa. Non è il tempo del rammarico per l’occasione persa di arrivare in maglia rosa a Milano, non è il tempo di mangiarsi le mani pensando che si poteva centrare il bersaglio grosso, solo portando con qualche chilometro d’anticipo l’attacco sulle ultime salite al mostro sacro spagnolo, evidentemente in crisi. È il tempo di gioire, nella certezza che per il giovanissimo Fabio Aru qualunque risultato sportivo è possibile e nessuna strada potrà più essere proibitiva. E quando dico qualunque risultato, intendo esattamente qualunque risultato. Che abbia il colore rosa o giallo di una maglietta sudata. Starebbero a meraviglia, su quel ragazzo dal sorriso e dalle sofferenze smisuratamente larghi.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo e-book "Cosa conta".
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