Lo spoglio, che non è esattamente come sfogliare una margherita, scorre veloce, la tensione è elevata, gli animi agitati, le facce dal pallidochepareunmorto al paonazzo, la tensione a mille, il caldo afoso e appiccicoso di una giornata ventosa di inizio estate.
Nei seggi decine di curiosi, di militanti e di simpatizzanti. Lo spoglio è atteso con trepidazione da una folla di giovani che è la prima volta che partecipa così attivamente ad una competizione elettorale. Erano secoli che erano stati tenuti lontani dalla politica, una politica che parla un linguaggio vecchio, incomprensibile; una politica che negli ultimi vent’anni li ha esclusi, una politica dove lo spazio è riservato ai pochi addetti ai lavori, quelli che hanno le referenze, e quelli autoreferenziali; quelli che i giovani non son mai pronti ad occuparsi di cose più grandi di loro; quelli che sono una vita che occupano le poltrone e quando si alzano si scelgono il successore.
Ore 23, operazioni di voto concluse, pochi preliminari espletati, via allo spoglio.
Wheeler, Wheeler, Wheeler, Mura, Mura, Wheeler. Wheeler, Wheeler, Wheeler, Mura, Wheeler…e ancora Wheeler, Wheeler, Wheeler e pochi Mura! Così via, scheda dopo scheda, seggio dopo seggio, fino all’ultimo voto scrutinato degli 11.800 votanti (un’affluenza del 61, 69 %). Al termine Luciano Mura ottiene 3.169 voti, pari al 27,26 %; Sean Christian Wheeler 8.458 voti, pari al 72,74 %.
Abbiamo il sindaco! Un sindaco statunitense di quarantacinque anni, considerato “stravagante”, con i capelli lunghi raccolti in una coda alla nuca, gli orecchini e un vago aspetto da figlio dei fiori anni ottanta, ma con modi garbati e una parlata indecisa, pacata, dalla quale traspare l’inconfondibile inflessione anglosassone. Laureato in biologia, insegnante precario e istruttore di surf. Sposato con una portotorrese e padre di due bambini, praticamente sconosciuto fino a un mese e mezzo fa. Un sindaco “di fuori”, che più fuori non si può, in una città composta in gran parte da forestieri, ma che mostra sempre grande diffidenza verso gli “accudiddi”. Ebbene, oggi è proprio il primo cittadino ad essere un accudiddu!
Ma cosa ha portato i portotorresi a fare questa scelta “rivoluzionaria”? Che cosa ha creato questo terremoto che pochi avevano previsto, molti si erano augurato, e i signori della politica non avevano minimamente sospettato? Diciamo che questa rivoluzione affonda le sue radici proprio in scelte operate dal PD a partire dal congresso del 2009, dalle alleanze costruite dal PD di Silvio Lai e del segretario Vacca, cementate insieme al PSdAz e all’UPC attorno a interessi di carattere imprenditoriale, fatte di affarismo e clientelismo. Un’alleanza anomala visto che sia i sardisti sia l’UPC, alleati nel sassarese col centrosinistra, erano saldamente in regione nella maggioranza guidata da Cappellacci. Il primo segnale del rifiuto di queste logiche si è avuto nel 2010 quando il PD guidato da Mura perde rovinosamente il ballottaggio con Scarpa, che aveva rimesso in piedi il centrosinistra con SEL, IDV, Socialisti e civiche, compresa la parte del PD considerata dissidente. Durante l’esperienza di Scarpa, ben presto rivelatasi un fallimento per l’incapacità di quel sindaco di governare una città complessa in un momento di crisi devastante, il PD si guarda bene dal fare un’opposizione incisiva, dal fare autocritica, dal ricostruire rapporti con quella parte della città che gli aveva voltato le spalle. Continua a perdere consensi (alle ultime politiche risulta il secondo partito con oltre dieci punti percentuali in meno del M5S) e pezzi: escono Ligas e Murgia, rispettivamente il più votato dei suoi consiglieri e il primo dei non eletti, che vanno a ingrossare le fila del PSd’Az, passato da un consigliere comunale a quattro, forte di una spregiudicata campagna acquisti degli abituali migranti della politica. Ligas, alla caduta di Scarpa, lo troviamo candidato sindaco a capo di una coalizione che pesca a mani basse dal centro sinistra, raccoglie quel che resta della destra ormai in disarmo e si piazza al terzo posto al primo turno.
Mura va al ballottaggio con Sean Wheeler. Inaspettatamente? Ma neanche per sogno. La calata poi dei pezzi da novanta della politica regionale hanno fatto il danno più grosso, promettendo milioni di finanziamenti per opere pubbliche di cui si parla da anni, “stanziando” risorse per l’acqua all’Asinara mentre a Porto Torres per lunghi periodi dell’anno l’acqua non è potabile; centinaia di milioni per porto e infrastrutture, insomma, le classiche promesse preelettorali alle quali ci aveva abituati la buonanima di Berlusconi. Mentre la città muore lentamente, la disoccupazione cresce paurosamente (si calcola che in città vi siano circa 7.000 disoccupati), il degrado, persino quello morale, dilaga pericolosamente. Tuttavia nessuno, alla vigilia del primo turno, accreditava i pentastellati del risultato ottenuto lo scorso 31 maggio, soprattutto per l’esiguità del numero dei candidati (appena quindici contro le corazzate di Mura, con i suoi cento candidati; di Ligas, circa 80; e di Mulas circa 60…) e per la sostituzione in corsa del candidato a sindaco, che inizialmente era stato Zolesi, e che, tutto sommato, si è rivelata la mossa vincente. E pochi, pur avendo intuito la vittoria del M5S, avrebbero scommesso su un risultato di questa portata: un vero scossone, un’umiliazione per un politico navigato, esponente di punta del maggior partito di governo, addirittura presidente dell’assemblea provinciale del PD.
Dunque Sean Christian Wheeler, ormai simpaticamente Tex per molti, ha sbaragliato l’avversario conquistando la poltrona di sindaco con 8.458 voti, pari al 72,74 %, lasciando Luciano Mura al palo con 3.169 voti, pari al 27,26 %, lo ha praticamente asfaltato secondo il linguaggio dei giovani.
Il nuovo consiglio comunale, per la prima volta sarà veramente nuovo, rinnovato per ben 16/20: l’80 % dei consiglieri è alla prima esperienza, ben 5 saranno le donne, tutte elette nel M5S. Si tratta di vedere ora la composizione della giunta e le competenze che si metteranno in campo, perché è chiaro che i pentastellati difficilmente potranno attingere dalla lista, vista la scelta iniziale di presentare solo 15 candidati e di questi ben 12 entrano in consiglio, mentre in panchina ne restano solamente tre.
Domani è un altro giorno, dunque, speriamo che il West, il nord west, non diventi un far west…
Nata quasi a metà del secolo scorso, ha dato un notevole impulso, giovanissima, all'incremento demografico, sfornando tre figli in due anni e mezzo. La maturità la raggiunge a trentasei anni (maturità scientifica, col massimo dei voti) e la laurea...dopo i sessanta e pure con la lode. Nonna duepuntozero di quattro nipotini che adora, ricambiata, coi quali non disdegna di giocare a...pallone, la sua grande passione, insieme al mare.
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