Finalmente incrocio Markku, il mio padrone di casa. 65 anni, finlandese, di professione allevatore di renne. “Ciao!” – “Ciao!”. “Ehm…” – “Mmh…”. Zero chance di farsi capire in inglese, zero di comunicare in norvegese: il suo è stentato e dialettale, il mio fa cagare.
Gli chiedo in qualche modo se ha ricevuto i soldi che ho versato sul suo conto, lui fa spallucce e con un solo gesto della mano mi invita a sbattermene e ad entrare. “Football!” – Esclama sorridendo con sguardo d’intesa, mentre indica la Tv che trasmette una partita del Campionato del Mondo di calcio femminile. Io ridacchio e alzo il pollice, confermando che sì, sono italiano e “parlo” anche calcio. Mentre mi tolgo le scarpe mi indica il divano e si fionda in cucina, con il braccio sollevato dietro le spalle per farmi cenno di attendere. In un lampo estrae dal frigo un cuore di renna, lo affetta con velocità, perizia, e una lama che nemmeno uno sushi chef giapponese; prende un po’ di skogs knäcke (sorta di carasau svedese) e poggia sorridente i due piatti sul tavolino di fronte a me. “Ah!” – con l’indice alzato vicino al capo torna in cucina, versa due bicchieri di birra e me ne porge uno. “Skål!” – alla salute! E subito – “spis!” – mi invita a mangiare da quel piatto che i miei occhi stanno divorando già da un pezzo.
Da qui in poi è stato tutto un agitarsi di braccia ad accompagnare parole, mani che plasmavano nell’aria cose invisibili e le poggiavano per sistemarvene accanto altre ugualmente immaginarie e farle interagire, dita che poi indicavano le cose appoggiate in precedenza per richiamarle nel discorso. Tra “ooohh!” di soddisfazione dopo esserci capiti, risate quando proprio non c’era verso, commenti di stupore e ironia per gli innumerevoli legni che le giocatrici thailandesi e ivoriane stavano centrando, ci siamo raccontati un po’ delle nostre attività, delle nostre vite, delle nostre Terre e Culture, così lontane eppure in quel momento non così distanti come la cartina geografica farebbe supporre. Anzi. Grazie Markku per avermi fatto capire di essere considerato un ospite piuttosto che l’inquilino dell’appartamento di sopra, grazie per i prodotti deliziosi che conservi “solo per parenti e amici” e che hai condiviso con me, grazie per la tua genuina compagnia e umanità: di questi tempi sono merce rara e preziosa. Grazie, infine, per avermi capito al volo quando ti ho “giurato vendetta”: appuntamento, caro nuovo amico, a quando tornerò dalla Sardegna!
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
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