Quasi tutti ricordano cosa stavano facendo quando i vari programmi televisivi si sono interrotti per dare la notizia dell’attentato alle torri gemelle. Io avevo 10 anni, mi trovavo in Egitto a casa di mia zia, a guardare i cartoni animati. Insieme a noi la sua vicina di settant’anni. Secondo lei gli americani se l’erano cercata. Il risentimento della vicina di mia zia diceva che gli americani se l’erano cercata occupando l’Afghanistan.
A me quell’immagini facevano solo paura. Sembrava un’estate qualunque. Quelle estati spensierate durante le quali rincorrevo gli altri bambini per le stradine cairote.
Inevitabile qualcosa sarebbe cambiato. Già al nostro arrivo all’aeroporto di Fiumicino si percepiva l’aria di cambiamento. I controlli eccessivi per noi arabi e musulmani erano solo l’inizio.
A scuola dalla bambina straniera ero diventata la bambina musulmana. Alle medie per dispetto c’era chi mi chiamava Bin Laden. Nei miei pensieri rimpiangevo i giorni in cui venivo definita solo straniera. Magicamente si era scoperta un’altra nostra caratteristica: mia madre non era più la donna che indossava il fazzoletto in testa per prendermi da scuola e mio padre non sarebbe più stato solo il cuoco egiziano che lavora in un ristorante a Roma.
Nel giro di poco tempo tutti scoprivano l’Islam, tutti sapevano che c’erano dei terroristi islamici e in tanti hanno iniziato a pensare che non tutti i musulmani sono terroristi ma tutti i terroristi sono musulmani.
Poi Bush, Sadam, la guerra in Iraq, il petrolio. Le primavere arabe o le tempeste forse è meglio dire. L’Egitto dalla rivoluzione alla dittatura. La Libia dalla rivoluzione alla rovina. La Siria dalla rivoluzione alla catastrofe. L’Isis, la paura, i morti, gli attentati, il noi contro voi. I riflettori puntati addosso. Il dissociatevi. I morti, tanti, la maggior parte musulmani nelle terre del medio oriente. I morti innocenti, nelle terre dell’Occidente.
L’11 settembre ha cambiato la vita di tutti. Anche se nessuno di noi se l’è mai cercata. Né gli americani morti durante l’attentato alle torri né le vittime morte in nome della democrazia. Né i morti a Parigi e tanto meno quelli ad Aleppo.
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
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