Ci penso e ci ripenso ma quando ho davanti Troisi mi ritorna in mente sempre Pino Daniele. E viceversa. Due persone sanguigne, completamente diverse ma innamorate di quella Napoli di De Filippo, di De Crescenzo, di quell’essere napoletano perché non è possibile tirarsi indietro dal mare, dal vulcano, dall’apocundria. Ieri ho riascoltato, per intero, l’album “Pino Daniele” uscito nel 1979, completamente consumato dalla puntina del Teac di Tele Radio Alghero 101. La canzone più bella, il capolavoro assoluto è “chi tene ‘o mare” perchè solo chi vive quotidianamente davanti al mare può scrivere parole così belle e così vere. “Chi tene ‘o mare cammina con la bocca salata” ed è vero. Quante volte nelle giornate di maestrale ad Alghero si restava in passeggiata ad essere schiaffeggiati dal vento e dalla voglia di osservare quelle onde così imponenti e nostre. Il finale del testo è molto amaro, come molte canzoni di Pino Daniele “chi tene ‘o mare nun tene niente”.Ci penso e ci ripneso e credo di aver capito perchè Pino Daniele e Massimo Troisi erano così vicini, così armoniosi: non era il mare o la giornata di sole, non era quell’aria che prima o poi s’ha da cagnà, non era ricominciare da tre, o scusarsi per il ritardo. Massimo Troisi e Pino Daniele sono due facce della stessa medaglia: la Napoli che non c’è più, quella leggera, quella allegra e quella triste. Sono loro a raccontarci il ritmo della vita.
La canzone di oggi è “chi tene ‘o mare”, dall’album Pino Daniele, 1979.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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