Mi è sempre piaciuto pensare al mare come la madre di tutta la vita: in Spagna, quando lo amano, lo chiamano la mar, al femminile. Anche per i francesi il mare è donna: la mer. E’ il condensato della forza, della pacatezza, della gioia e della disperazione. E’ acqua e schiuma, si mischia con il vento, il sole, la luna e le stelle. Ci sono molti mari nel mondo, onde e scogli, isole e silenzi. Tutti pulsano intorno al cuore. La tua vita ondeggia e si trasporta ma il mare sa darti quella protezione primordiale. Nel mare è come essere nel liquido amniotico. Ti protegge e di fa crescere. Come una donna.Il mare è tutto ed è dunque donna.La terra può anche cambiare ma il mare è lo stesso: con colori ed umori diversi, con sfumature forse più tenue, più acquerellate, ma è lui: la mar, la mer, il mare. Il mare parla con voce salmastra e roca, canta con sospiri suadenti, urla per ricordare la sua forza, accarezza e spalanca gli orizzonti alle navi degli uomini. Non è mai solo il mare. Respira e sorride. Sa anche chiudere gli occhi e lo fa raschiando la superficie. Sa accompagnare le navi nelle partenze che a volte sono lunghi addii, sa salutare le imbarcazioni e le conduce nei porti sicuri, quando è necessario. Ha occhi per tutti, feritoie nel suo infinito blu e parole di uomini, pronte a raccogliere tutte le ansie delle partenze e le gioie degli arrivi. Vive di amore il mare, di tutti gli amori che lo sfiorano, lo abbracciano, lo abbandonano. E’ teatro di vita e di morte, sa accompagnare i sorrisi e le lacrime, sa trasportare e veleggiare nei mille porti del mondo. Perché il mare è il mondo. E il mondo, nella sua perfezione imperfetta, è donna.Forse erano questi i pensieri delle ragazze e dei ragazzi che il 10 aprile del 1912 salpavano da Southampton, in Gran Bretagna, per arrivare negli Stati Uniti d’America con il Titanic. Il mare è tutto, anche leggenda. Soprattutto leggenda.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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