Reiterata violenza sessuale sui minori è l’accusa che campeggia sull’ordine di custodia cautelare che ha condotto Don Pascal Manca, parroco di Villamar, in carcere. Custodia cautelare significa che il discepolo del Signore non è in grado di tenere il pisello tranquillo dentro ai pantaloni, motivo per il quale lo si schiaffa in cella (al prete, non al pisello. Anzi, a tutt’e due) affinché non possa nuocere ancora. Badate bene, nonostante l’immagine di un pisello arzillo e ingovernabile, i cui impeti dettano l’agenda al possessore, spinga a pensare ad azioni scandite dall’istintività, lui non agiva d’impulso. Non dovete figurarvi un povero parroco di periferia vittima della propria passionalità che lo costringe a zompare addosso al primo malcapitato che gli capita a tiro, no. A leggere la ricostruzione dei fatti riportata dai giornali si deve riconoscere al ministro di Dio una certa capacità organizzativa e logistica nient’affatto affidata al caso. Insomma i suoi step erano propedeutici, graduali e funzionali all’obiettivo. Consolidati in anni ed anni di tentativi che sembrano risalire ad otto anni fa, addirittura.
L’organizzazione prevedeva tre stadi d’avanzamento: 1) invitare le prede a casa sua (solitamente ragazzini con un’età compresa fra i 12 ed i 17 anni, rigorosamente maschietti); 2) dissetarle con bibite nelle quali aveva cura di aggiungere abbondanti dosi di sedativi; 3) aspettare con pazienza (mai santa come in questo caso) l’arrivo dell’intontimento e… zac, scattavano gli abusi sessuali.
Talvolta l’esordio prevedeva l’invio alla vittima di filmati porno, talvolta no. Dipendeva dall’estro della giornata o dal picco di testosterone o, probabilmente, dall’oroscopo.
“Un fulmine a ciel sereno” afferma sgomento il primo cittadino di un paese con una popolazione di 3000 anime. Dove la Magistratura da mesi raccoglieva ed impilava su una scrivania, con l’intento di fare chiarezza, gli esposti giunti in Procura già da quando Don Pascal era parroco a Mandas.
Un prete con un curriculum nutrito e consolidato, a quanto pare.
La Chiesa, che agisce spesso verso il bene, talvolta deraglia e tende a proteggere tutti, specialmente i propri ministri. Salvaguardando quando invece sarebbe il caso di segnalare. Perché l’arcivescovo di Cagliari qualche tempo fa, anziché andare dritto in caserma a denunciare il proprio parroco, si era limitato a revocargli l’incarico di pastore di anime? Questo non ci è dato saperlo ma, si sa, la Chiesa è fatta di parole, opere e omissioni. Soprattutto omissioni, certe volte.
La piccola Romina nasce nel '67 e cresce in una famiglia normale. Riceve tutti i sacramenti, tranne matrimonio ed estrema unzione, e conclude gli studi facendo contenti mamma e papà. Dopo la laurea conduce una vita da randagia, soggiorna più o meno stabilmente in varie città, prima di trasferirsi definitivamente ad Olbia e fare l’insegnante di italiano e storia in una scuola superiore. Ma resta randagia inside. Ed è forse per questo che viene reclutata nella Redazione di Sardegnablogger.
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