“La presenza su strade pubbliche di sconnessioni, avvallamenti e altre irregolarità non costituisce un evento straordinario ed eccezionale ma rappresenta, al contrario, una comune esperienza e, dunque, deve essere tenuta bel presente dagli utenti delle strada, i quali hanno l’obbligo di comportarsi diligentemente per evitare pericoli a se o ad altri.” Firmato: l’avvocatura capitolina di Roma Capitale. Neppure Virginia Raggi poteva credere alla esilarante difesa che gli avvocati avevano confezionato per difendersi dalla class action di molti automobilisti romani che hanno distrutto o quasi la loro auto. La sindaca ha poco gradito un arrocco più realista del re e ha subito dichiarato di essere incredula aggiungendo: “ma come si fa a scrivere un atto del genere?” Già, come si fa? Sulla riparazione delle buche a Roma la Raggi ci aveva vinto le elezioni, il suo governo del cambiamento passava proprio dalle strade cittadine che, invece, risultano essere peggiorate dai tempi del sindaco Marino. Si è tentato anche un salvataggio con l’esercito ma non c’è stato nulla da fare. Spaccare il semiassi o forarsi le gomme è colpa del cittadino che ben conosce le brutte vie capitoline. Se non ci fosse da piangere si potrebbe suggerire un protocollo d’intesa con Google Maps che rilevi le buche e le voragini avvisando per tempo l’automobilista. Questa volta concordo con la sindaca di Roma: ma come è possibile che un avvocato possa scrivere una corbelleria del genere? Probabilmente il buon azzeccagarbugli ha confuso il buco con il foro. Bisognerebbe spiegarli la differenza.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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