Il mestiere di donna cominciava ad essere problematico, per la mia generazione, quando si passava da quella fase in cui si era tutti uguali, si giocava per strada a pallone, a palline, a brincu sussincu, alla fune, a dolone…alla fase in cui tua madre ti chiamava in disparte e ti diceva: «Oggi sei signorina, non è più conveniente che giochi per strada con i ragazzi…devi comportarti come una donna»…
E iniziava quel periodo in cui maledicevi di essere nata femmina e invidiavi i maschi che non avevano “lu tasthaiveddu” mensile che durava tre giorni, andando bene, e anche 5 andando male; che ti “scusavi” quando non avevi voglia di fare educazione fisica… «Professorè, sono indisposta»….«Ma quante volte al mese ti viene questo ciclo? E cos’è, un tri-ciclo?»
…e non potevi andare al mare,
…e non potevi fare il bagno,
… e non potevi mettere il costume per quel malloppo che secondo me oggi usano certi giovani per mostrare le loro super-dotazioni, ve lo ricordate Verdone che si mette in braghetta le calze da tennis? Ecco noi eravamo quasi così!
Poi sono arrivati gli assorbenti, quelli monouso, con ali, senz’ali, con la colla che quando sbagliavi, pa’ la pressa, altro che ceretta!
E finalmente qualcuno ha inventato i Tampax, che a un professore gli hanno fatto pure lo scherzo di metterglieli nella scatola dei gessi e quando lo ha preso in mano lo ha lanciato urlando come se fosse usato!!!
Già. I tampax: una liberazione per molte ragazze, ma sconosciuto a qualche donna che pure pareva molto emancipata. Accadde così che una volta, un’amica, dovesse fare un viaggio in Continente, doveva prendere la nave…col ciclo (che non era la Graziella che era stata appena lanciata sul mercato…). «Guà, Albarò, sai quanto mi scoccia fare il viaggio con quest’attropoglio»? «Scusa, Francè,ma perché non usi i Tampax? Sono molto più pratici, igienici e ti senti libera. Vedrai, è tutta un’altra cosa».
«Oja, Albarò, mi vergogno anche di andare a comprarli…». Ma ci andò! E aspettò che alla cassa ci fosse LA farmacista, perché era terrorizzata al pensiero di chiedere AL farmacista un pacco di Tampax… «Buona sera, desidera?»
«…un pacco di Tampax», fa con un certo imbarazzo e a bassa voce. «Normali o super?»…
«Nooooooo, e cos’è benzina?», pensò tra sé, e rossa in viso sussurra: «Normali», senza sapere minimamente che cosa significasse.
Comunque quell’oggetto misterioso ora le apparteneva e doveva farlo proprio. Il “foglietto illustrativo” era un vero e proprio trattato con tanto di illustrazioni delle varie fasi dell’inserimento “in loco”. La cosa era complessa e avrebbe comportato la perdita di tanto tempo…e della nave, perciò optò per l’utilizzo, una volta a bordo, nell’intimità della cabina. Finalmente, dopo averne “deteriorato” ben tre, l’operazione andò a buon fine, ma quei pochi centimetri di filo che fuoriusciva non la facevano stare per niente tranquilla.
«Ma dai…. ma perché?»
«Albarò» mi disse con aria preoccupata, «io avevo paura di…”ingoiarlo” quell’accidenti, e allora sai cosa ho fatto? Siccome avevo con me del filo, che mi porto appresso tutte le volte che vado fuori perché sai com’è, qualche bottone a volte si stacca, ne ho srotolato un bel pezzo dalla spagnoletta e ho legato un capo al “filo di Arianna”, e l’altro al polso. Non ti dico…tutta la notte senza dormire, perché come mi muovevo avevo terrore che si rompesse…».
Per fortuna Porto Torres-Genova durava 10 ore…ma nel frattempo di strada ne abbiamo fatta ancora tanta, noi donne!!!
pubblicato il 24/9/2015
tasthaiveddu = preoccupazione
attropoglio = ingombro
Nata quasi a metà del secolo scorso, ha dato un notevole impulso, giovanissima, all'incremento demografico, sfornando tre figli in due anni e mezzo. La maturità la raggiunge a trentasei anni (maturità scientifica, col massimo dei voti) e la laurea...dopo i sessanta e pure con la lode. Nonna duepuntozero di quattro nipotini che adora, ricambiata, coi quali non disdegna di giocare a...pallone, la sua grande passione, insieme al mare.
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