In classe si parlava del 1914. Di Gavrilo Princip, degli irredentisti bosniaci, dell’arciduca Francesco Ferdinando e del neutralismo del compagno Benito Mussolini. La sorpresa suscitata da quest’ultimo punto, in un fulmineo meccanismo di rimandi storici, ha fatto sì che uno degli alunni chiedesse: “Professò, ce lo fa vedere alla Lim il filmato dell’Istituto Luce con l’annuncio fatto da Mussolini dell’entrata in guerra?”.
Il docente ha esitato, frenato dallo stupido dubbio che la censura sia meglio dell’evidenza, timoroso che quel comizio potesse diventare un episodio di apologia. Poi ha acconsentito senza dire una parola, semplicemente non proibendo la proiezione, promettendo a se stesso di non commentare e di restare in disparte.
E così, sul quadrato luminoso a tutta parete, è apparso un lunghissimo balcone e poi un uomo tozzo in divisa scura, con un padella per cappello calcata sulla testa. “Combattenti di cielo, di terra e di mare….”. Gli alunni ascoltavano con attenzione. Ma nel giro di pochi secondi, la loro attenzione è mutata in irresistibile ilarità.
Quell’ometto tarchiato dal corpo ondeggiante, con le mani infilate nella cintura e lo sguardo impostato sul truce, li faceva ridere sinceramente. Non li faceva ridere per la sua costituzione fisica, ma perché ne percepivano distintamente la recita, la rozza finzione, la buffa interpretazione di un copione. Il contatore delle risate ha toccato il suo apice al momento dell’ovazione della folla accalcata sotto Palazzo Venezia, quando l’uomo in divisa ha dato l’annuncio della guerra. “Come, dice che li manda a morire e loro applaudono?”, ha domandato perplesso uno dei ragazzi. Altre risate, poi commenti sarcastici sulla farsa. Fedele alla consegna secondo cui i docenti non devono “fare politica in classe”, l’insegnante è rimasto muto, lasciando che gli alunni si sganasciassero.
Morale: per seppellire le dittature, è molto meglio mostrarle all’opera che tacerle. Che i ragazzi ne comprendano le scimmiottature, trovandole comiche e ridicole, riempie il cuore di speranza.
(I fatti raccontati sono accaduti realmente).
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo e-book "Cosa conta".
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