Processo Ruby Ter, trovo di straordinario interesse la notizia di un risarcimento chiesto a Berlusconi dalla presidenza del Consiglio per il “discredito planetario” – così si esprime la parte civile – che l’istituzione avrebbe subito a causa del suo comportamento. Non so che fine farà questa richiesta, ma mi sembra il risveglio da un incubo romanzesco, l’uscita da un Paese distopico dove non esiste la vergogna sociale. Se anche andrà male, mi accontento delle intenzioni: da qualche parte c’è ancora chi pensa che un rappresentante delle istituzioni che tenga certi comportamenti non sia un modello da seguire. E non è poco in una cultura del dibattito dove ciascuno raduna intorno a sé la propria nazione più o meno numerosa di fedeli Facebook per dirle ciò che voleva sentirsi dire e crogiolarsi nel proprio settore di consenso fregandosene di aggiungere qualcosa che richieda un minimo di ragionamento e provochi dubbi nella certezza delle opinioni. L’altro giorno uno dei più fini analisti politici italiani, che tanto per cambiare è di Sassari, in una chiacchierata mi ha detto: “Provi a pensare alla biografia dei quattro attori politici degli ultimi anni: Berlusconi, Grillo, Renzi e Salvini. Tutti hanno avuto un momento fondamentale della loro formazione esistenziale e quindi politica nella televisione”. Per Berlusconi e Grillo non è necessario spiegare il riferimento, in quanto a Renzi e Salvini alludeva alle partecipazioni giovanili a “Il pranzo è servito” e a “La ruota della fortuna”. Voleva dire che la civiltà dell’immagine li ha formati proprio in un momento disperatamente risolutivo, quando cioè si stava intersecando con l’avvento del neo populismo. Ho pensato che chissà quante generazioni di bambini hanno avuto noie comportamentali dopo la loro sovraesposizione allo “Zecchino d’oro” con il Mago Zurlì che li sospingeva sul palco dell’Antoniano, ma nessuno di loro, poiché erano altri tempi, ha potuto buttarsi in politica e risolvere così l’irrefrenabile impulso di imporre una presenza indipendente dai contenuti. Insomma, tutto ciò per dire che se si ritiene che l’accusa a un uomo di governo di essere un corruttore puttaniere, quando e se provata, getti discredito sull’istituzione del Governo, be’ è già un passo indietro rispetto a questi brutti tempi, che di fatto diventa però un passo avanti.
Nato nel 1951, ottobre (bilancia, ma come tutti quelli della bilancia non crede nell'oroscopo). Giornalista dal 1973. Scrive anche altra roba. Ma gratis, quindi non vale.
Da Mattarella a Zelensky passando per Sanremo.
Elio e le storie disattese (di Francesco Giorgioni)
Un rider non si guarda in faccia (di Cosimo Filigheddu)
Ciao a Franco dei “ricchi e poveri”. (di Giampaolo Cassitta)
La musica che gira intorno all’Ucraina. (di Giampaolo Cassitta)
22 aprile 1945: nasce Demetrio Stratos: la voce dell’anima. (di Giampaolo Cassitta)
Ha vinto la musica (di Giampaolo Cassitta)
Sanremo non esiste (di Francesco Giorgioni)
Pacifisti e pacifinti (di Simone Floris)
Lo specchietto (di Salvatore Basile)
Da San Gavino a San Cristoforo, quando colonizzammo il Villaggio Verde. Ovvero il trasloco (di Sergio Carta)
Se riesco a buscare 5000 Lire ci vediamo allo Zoom, ovvero le pomeridiane in discoteca degli anni’80. (di Sergio Carta)
Papa Fazio (di Cosimo Filigheddu)
Inserisci il tuo indirizzo e-mail per iscriverti a questo blog, e ricevere via e-mail le notifiche di nuovi post.
Unisciti a 18.022 altri iscritti
Indirizzo e-mail
Iscriviti
sardegnablogger ©2014 created by XabyArt - graphic & web design