La speranza di vivere della propria terra può correre sulla sella di una bicicletta? Forse sì. Ieri ho ricevuto un messaggio un giovane collega che non sentivo da un pezzo. Un ottimo giornalista, diventato professionista molto presto, ma poi rimasto senza lavoro per il fallimento del quotidiano nel quale anche io e lui lavoravamo. Lui non ha fatto come tanti altri, rimasti abbarbicati all’ambiente dell’informazione attraverso l’esile filo di collaborazioni sottopagate o non pagate affatto, coltivando la speranza di un’assunzione che per molti precari non arriva mai. No, lui coltiva altro. Il mio collega si è messo a lavorare nella campagna lasciatagli dal padre, nei pressi di Sassari: da redattore di belle speranze a contadino, passando dalle sveglie a tarda ora del giornalista a quelle all’alba di chi deve seguire i ritmi dei campi, curare i raccolti, preparare le colazioni agli ospiti del b&b che gestisce. Non lo sentivo da un pezzo, perché non è uno che traffichi molto sui social. “Mi hai chiamato? Scusa, non ho sentito il telefono: ero sul trattore, sai il frastuono del motore…”. Ieri mi ha cercato per chiedermi dritte sulla Rete Ciclabile, perché anche lui vuole essere coinvolto. La sua proprietà comprende un’ampia superficie di bosco e lui ha passato questi anni a pulire e curare i sentieri per renderli transitabili, a piedi e in bicicletta. Non contento, su quel bosco sta concludendo la sua tesi di laurea, che discuterà tra pochi giorni. Mi ha spiegato che è un bosco antichissimo, mi ha illustrato tutte le sue particolarità ed in breve mi ha convinto che valga proprio la pena visitarlo per un’escursione. Dall’entusiasmo della sua richiesta, dal desiderio di essere coinvolto, ho capito che sì, la speranza di vivere della propria terra può correre sulla sella di una bicicletta.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo e-book "Cosa conta".
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