Ho un amico commerciante, settore alimentari, che ha sul telefonino una App particolare. Questa app segnala sul display gli spostamenti dello yacht Dilbar, che come tutti sanno appartiene all’oligarca uzbeko Alisher Usmanov. Cosa se ne fa il mio amico commerciante della app che monitora le rotte di una nave da 156 metri?
Semplice. Usmanov è un suo cliente e quando vede la prua del Dilbar puntare verso il golfo del Pevero, il mio amico sa che dovrà riempire il magazzino per non farsi cogliere impreparato. Usmanov possiede molte ville in Costa Smeralda. Gli addetti alle mense si presentano al negozio del mio amico, ad Arzachena, e poi se ne tornano a Porto Cervo carichi di merce con cui riempire le dispense. Quando il Dilbar arriva al golfo del Pevero, il mio amico commerciante e i suoi dipendenti sanno che potranno attendere la fine del mese con maggiore tranquillità. E lo stesso accade a tanti altri bottegai e fornitori di servizi, senza dimenticare le decine di persone assunte nelle sue ville da questo signore proveniente da un paese a noi pressoché sconosciuto. Ecco spiegata, con questa piccola storia di vita reale, la cittadinanza onoraria che il Comune di Arzachena sta conferendo ad Alisher Usmanov, proprio mentre scrivo questo post.
Piaccia o non piaccia, Usmanov è un’azienda che garantisce un pasto caldo a tante famiglie. Comunemente viene definito “magnate” il che, oltre a richiamare forse impropriamente certe munifiche figure rinascimentali, nel mio paese si presta a tante ironie, perché da Usmanov sono in tanti a mangiare.
Oltre alla cerimonia e ai salamelecchi di rito, a cosa può servire questa cittadinanza onoraria? Ad essere meno provinciali, mi auguro.
Questa parte della Gallura in cui vivo subisce molto il fascino dei populismi xenofobi e recepisce fortemente la paura del diverso. Salvini qui è molto popolare e si vocifera, ad esempio, di una candidata della Lega alle prossime regionali selezionata proprio ad Arzachena. Ora, il dato che in qualche modo va considerato ed appare certo paradossale è che Arzachena ha due cittadini onorari di religione musulmana. Il primo fu Karim Aga Khan, nel 1965, e non c’è bisogno di aggiungere altro. Il secondo è proprio Usmanov, di dichiarata religione islamica. Come molti di questi imprenditori nati dal nulla nelle repubbliche dell’impero sovietico, molti anni fa Usmanov ebbe per i suoi affari serissimi guai con la giustizia. Dichiarò di essere pronto a giurare la sua onestà sul Corano.
Ed ecco che l’incoronazione di Usmanov ad Arzachena ci rivela tutto un mondo di mistificazioni e richiama l’ultima lezione di Baumann: respingiamo la diversità, per cultura e religione, quando essa contiene povertà, che ormai sentiamo estranea al nostro mondo. Ma lo straniero cessa di esserlo nel momento in cui diventa ricco e può condividere la sua ricchezza, al che la sua diversità degrada ad insignificante dettaglio.
Qualcuno senz’altro polemizzerà per la cittadinanza onoraria concessa da un Comune sardo ad un ricco turista straniero, essendo sempre nutrita la rappresentanza dei nostri corregionali convinta che tutto quanto arrivi dall’oltremare sia colonizzazione o sfruttamento. Neppure considerando questa visione ottusa del mondo, è anche vero che non sta scritto da nessuno parte che il cittadino onorario debba sempre essere un forestiero con le tasche piene di soldi. Si potrà mai uscire da questo cliché e dalla dittatura del denaro? La cittadinanza onoraria si riconosce a chi abbia garantito un’elevazione sul piano economico, artistico e sociale alla comunità. Possibile che il mio paese, Arzachena, non abbia mai avuto tra i suoi nativi una maestra delle scuole elementari, un impiegato comunale, un medico, un imprenditore o un barbiere che per dedizione e amore disinteressato per il luogo meritino questo stesso riconoscimento? Si può essere un riferimento anche facendo quotidianamente il proprio dovere, pur non possedendo ville e yacht, ma pestando la terra sulla quale si è cresciuti sia nelle giornate di sole che in quelle piovose e buie d’inverno.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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