Rileggere i classici porta sempre a due considerazioni: la prima è che certe cose sono sempre belle e fa piacere riscoprirle, la seconda è che avendole lette in altri tempi ed ad altre età la il nuovo approccio comporta necessariamente una rivisitazione delle proprie convinzioni. Prendete, per esempio, il discorso sul metodo di Cartesio, quando il grande filosofo prova a spiegare cosa sia il buon senso dicendoci subito che si tratta semplicemente della facoltà di distinguere il vero dal falso e si identifica quindi con il “nume naturale” o della ragione. C’è però un ulteriore passaggio illuminante che vale la pena di citarlo per intero. Il filosofo francese puntualizza che: “ciò che si chiama buon senso e ragione, è per natura eguale in tutti gli uomini, e che perciò la diversità delle nostre opinioni non dipende dal fatto che gli uni siano più ragionevole degli altri, ma semplicemente dal fatto che conduciamo i nostri pensieri per vie diverse e non consideriamo le stesse cose”. Siamo persone dotate del “lume della ragione” ma abbiamo angolazioni diverse nell’osservare le cose. Il punto, però, è a mio avviso un altro. Se io, davanti ad un fatto, poniamo per esempio i 117 migranti annegati in questi giorni nel Mediterraneo, dico che la tragedia poteva essere evitata esprimo un punto di vista abbastanza condivisibile, però se aggiungo che i morti non ci sarebbero stati se questi signori non sarebbero saliti sul barcone sto, evidentemente, provando a dare a quella notizia un connotato non propriamente oggettivo. E’ un punto di vista, un’analisi sommaria, una soluzione, ma non è la verità. In realtà mi sarei dovuto domandare perché nonostante l’altissimo rischio di morte che comporta un viaggio del genere, moltissimi continuino a rischiare la propria vita e quella dei propri cari. Probabilmente perché vogliono fuggire da qualcosa di orribile – Libia compresa – e che noi, anziché osservare con attenzione la situazione, conduciamo i nostri pensieri per vie diverse e non consideriamo le stesse cose. Una parte di popolazione pensa che chiudendo i porti o erigendo muri si possa bloccare la migrazione di disperati, un’altra parte della popolazione accusa la prima di cinismo e cattiveria e chiede l’apertura immediata dei porti e l’abbattimento dei muri. Se rileggessimo Cartesio dovremmo cominciare ad usare il buon senso e provare a distinguere il vero dal falso e poi, magari, trovare delle soluzioni che abbiano, appunto, un senso. Ma in tempi dove nessuno legge più nessun libro pretendere la rilettura di qualcosa è davvero blasfemo. Povero Cartesio. E povera verità.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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