Il buio è stato più forte della luce. Forse doveva andare così. Per una vita tutta in salita, senza riuscire a scollinare neppure per un attimo. Aveva quindici anni quando assassinò una donna, un’insegnante di religione di 78 anni e ne aveva appena sedici quando la giuria dello stato dell’Indiana, negli USA, la condannò alla sedia elettrica. Divenne la più giovane detenuta in un braccio della morte, la più giovane donna a dover percorrere il miglio verde. Ricordo la mobilitazione in tutto il mondo, il movimento “non uccidere” le firme consegnate all’Onu, l’appello dell’allora Papa Giovanni Paolo II, la riconversione della pena di morte con la condanna a sessant’anni di carcere e poi, da quella salita ripida, Paula cominciò ad assaporare piccole curve di tranquillità. Quasi pianura. Non dico discesa, ma semplici attimi dove il carcere cominciò a farle intravvedere una nuova opportunità. Gli anni di carcere si ridussero a 27 e Paula uscì per buona condotta. Aveva il traguardo davanti. Doveva e poteva scollinare nelle discese della vita. Ma, probabilmente, sbagliò strada, non riusci a comprendere come si manovrano le opportunità e ha preferito fermarsi e scendere, piuttosto che provare a percorrere nuovi sentieri mai battuti. Perchè questo il carcere ha fatto: le ha insegnato tutto, qualsiasi mestiere, ma non poteva abituarla alla vita. Il buio è arrivato a squartare tutto: la nostra voglia di continaure a gridare contro la pena di morte, la nostra esile forza di continuare a dire che se si commette un delitto a quindici anni, forse, ci dovrebbero essere soluzioni diverse. e ci dovremmo porre anche domande diverse. Probabilmente più complesse. Sicuramente ha perso Paula e con lei abbiamo perso tutti.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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