Il 2 giugno 1974 avevo 15 anni e benché fosse la festa della Repubblica avevo altro per la testa: mi ero innamorato di una ragazzina impazzita per la canzone Bella senz’animadi Riccardo Cocciante e Anna da dimenticare dei Nuovi Angeli. Io, invece, avevo appena acquistato Angie dei Rolling Stones e imparato a memoria Voglio ridere dei Nomadi. Un mio amico, invece, si era letteralmente fissato con 48 crash di Suzi Quatro che a me non piaceva proprio. Non potevamo convivere con gusti così diversi e così decisi di avvicinarmi all’universo di Fedora (si chiamava proprio così ed era figlia di un dipendente di banca amante del teatro classico) provando ad imparare a memoria le sue canzoni. M’imbattei (fu un anno decisamente trash a guardarlo oggi) con Anima mia dei Cugini di campagna e Soleado dei Daniel Sentacrzuz ensemble. Giravano in radio Rock your babe di George McCrae e Prisencolinensinaciusol di Adriano Celentano (all right). Insomma, a Fedora piaceva Cocciante e a me i Rolling Stones. Finì che non ci baciammo mai e il due giugno del 1974 mentre mi recavo in passeggiata, ad Alghero, la vidi abbracciata con il mio amico, quello fissato con Suzi Quatro. Fu una sconfitta notevole, era proprio una “bella senz’anima”. Quel due giugno, festa della Repubblica, decisi che avrei odiato tutta la vita Cocciante e i nuovi angeli (i quali, poveracci, erano innocenti) e avrei parlato sempre male di Suzi Quatro. Oggi, ripensando a quel due giugno mi sono chiesto che fine abbia fatto Fedora. Non ci siamo più rivisti e non so se tra le sue canzoni preferite c’è sempre Bella senz’anima. Io, coerentemente, non ho mai posseduto un disco di Cocciante e men che meno dei nuovi Angeli e di Suzi Quatro. Di quell’anno però mi rimane un’altra canzone. Avevo 15 anni e riascoltare quel brano oggi mi fa davvero sorridere: era di uno strepitoso Gianni Bella, il fratello di Marcella; la sua “Più ci penso” è servita a sbollire la rabbia. A Fedora non ci ho pensato più ma ho creduto per anni che “se fossi stato un pittore avrei bruciato il ritratto, ma sono stato solo un amante distratto”.Buon due giugno a tutti. Fedore comprese.
Nato a Oristano. padre gallurese, madre loguderse, ha vissuto ad Alghero, sposato a Castelsardo e vive a Cagliari. Praticamente un sardo DOC. Scrive romanzi, canta, legge, pittura, pasticcia e ascolta. Per colpa del suo mestiere scommette sugli ultimi (detenuti, soprattutto) e qualche volta ci azzecca. Continua a costruire grandi progetti che non si concretizzano perché quando arriva davanti al mare si ferma. Per osservarlo ed amarlo.
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