Il 13 giugno del 1987 la Corte di Cassazione stabilì, una volta per tutte, che Enzo Tortora era innocente e la sua vicenda un terribile pasticcio giudiziario frutto di errori, malintesi e superficialità.Il Corriere della Sera, il giorno dopo, riportò la notizia in un francobollo in prima, in cui si poneva l’accento sulla richiesta di danni che il presentatore avrebbe avuto in animo di promuovere. Seguiva un pezzo nelle pagine interne che era un miracolo di equilibrismo: scriveva l’articolista che certo Tortora era innocente, ma poi dava voce alla magistratura che assolveva sé stessa, asserendo di aver agito con rigore e coscienza.
Quando Tortora venne arrestato, il 17 giugno del 1983, a seguire il caso per il Corriere fu un giovane Andrea Purgatori, giornalista di grande autorevolezza. Scrisse delle cronache molto asciutte e garantiste, da cui trasparivano stupore e incredulità.Poi la vicenda passò alle crude cronache giudiziarie. Sul Corriere, il 20 giugno del 1983, si legge un pezzo nel quale si parla di un Tortora “sempre più invischiato nella rete criminosa”, introdotto nella rete della camorra dal boss Francis Turatello e che “una volta entrato nell’ingranaggio non sarebbe più riuscito a liberarsene”.
Pezzi zeppi di verbi al condizionale, certo, ma capaci di demolire per sempre la reputazione di una persona che era innocente e con droga e camorra non aveva mai avuto a che fare.
Quella lunga scia di indiscrezioni e pettegolezzi su Enzo Tortora andrebbe fatta leggere a chi, ancora oggi, scambia un’informazione di garanzia per una condanna definitiva. E a chi ritiene che il dovere di cronaca abbia la precedenza su tutto, compresa la dignità di una persona innocente.Enzo Tortora non ebbe abbastanza tempo per godersi l’assoluzione e riprendersi la vita. Ma noi abbiamo il dovere di non dimenticare il suo martirio.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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