I corpi morti scoperti, quelli dimenticati, quelli che valgono di più, quelli che di meno. Lugubri pensieri in questi giorni di cadaveri di donne. Le cinesi di Roma uccise da un assassino di prostitute e i cadaveri che nessuno vuole, che nessuno conosce. Il corpo ritrovato di Saman, aveva diciotto anni quando la sua famiglia l’ha ammazzata perché rifiutava un matrimonio combinato. Mi è venuto in testa un vecchio episodio dell’altra mia vita, quella di cronista. Metà anni Novanta (non ho memoria per le date), avevano ammazzato una donna in un residence di Platamona, l’avevano decapitata e la testa non si trovava. Arrivò in quei giorni la notizia che una testa femminile scarnificata era risalita a galla in un vascone alla periferia di Sassari. Corsi lì con altri cronisti del mio giornale e il fotografo. Conservo ancora, chissà perché, una macabra foto in cui si vede il mio viso che scruta da vicino quello decomposto. Mi accorsi subito che non poteva essere l’uccisa di pochi giorni prima, non sono un medico legale ma purtroppo avevo bazzicato per mestiere tra i cadaveri quanto bastava per capire che quella era una morte non di pochi giorni ma di molti mesi prima. E infatti dal vascone i vigili del fuoco tirarono fuori poco dopo il resto del corpo. Venne identificato. Era una giovane che si era fatta un’iniezione di eroina sul bordo del vascone. Era caduta, era annegata e nella decomposizione accelerata dall’acqua putrida, o forse per l’intervento di qualche bestia randagia, la testa si era staccata dal corpo. Pensai che la ragazza, da quel momento, aveva perso ogni interesse per me cronista. Il fatto di essere stata uccisa dall’eroina (allora fatto molto comune) e non da un misterioso sicario le toglieva gli onori della cronaca. Un attimo il suo cadavere ha avuto notorietà per essere stato ritenuto una possibile vittima nota, l’attimo dopo è diventata una vittima ignota. Come il Milite, casuale vittima di un mostro come la guerra, lei di un mostro come la droga. Forse anche per lei ci voleva un Altare della Patria e non lo sbuffo di un cronista che seccato disse ai colleghi: “Peccato, questa testa non è la sua”. Uno dei mille accessi di un cinismo sbruffone del quale ancora mi pento.
Nato nel 1951, ottobre (bilancia, ma come tutti quelli della bilancia non crede nell'oroscopo). Giornalista dal 1973. Scrive anche altra roba. Ma gratis, quindi non vale.
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