Terzo sequestro, nell’arco di una settimana, nell’area industriale di Porto Torres. Il primo risale solo ad una settimana fa, quando i NOE di Sassari, su disposizione del Giudice per le indagini preliminari, dott. Antonello Spanu, apponevano i sigilli al deposito delle palte fosfatiche, i residui radioattivi della lavorazione dell’acido fosforico abbandonato da decenni a cielo aperto. L’impianto ha cessato la produzione nel ‘90. A distanza di 25 anni l’area, lungi dall’essere bonificata, ha continuato ad essere utilizzata come discarica non autorizzata. Ieri un nuovo sequestro, che interessa altre due zone considerate a elevato rischio per la salute delle persone: la discarica abusiva denominata “Minciaredda”, un’area di circa 35 ettari, all’interno del petrolchimico, di proprietà della Syndial, e una parte del carbondotto, circa due ettari, confinante con la “discarica abusiva” e di proprietà in parte Syndial in parte Nuova Società Fiume Santo S.p.A., la società che ha acquistato proprio in queste ultime settimane la centrale E.On. Il sequestro di quest’ultima area si è reso necessario, secondo il comunicato diramato dai NOE, in quanto gravemente “contaminata dalla migrazione di inquinanti provenienti dall’area di Minciaredda”. Oltre quaranta ettari di territorio, dunque, su cui già da diversi anni si sarebbero dovuti avviare i piani di bonifica da parte di Eni. A Minciaredda, secondo lo stesso comunicato, venivano smaltiti rifiuti speciali anche pericolosi, derivanti dalle lavorazioni del polo petrolchimico, “privi di copertura e di alcuna opera di regimentazione idraulica delle acque meteoriche e di percolazione” favorendo così la contaminazione delle falde acquifere da “alifatici clorurati, metalli pesanti, solventi, idrocarburi totali”. Ai responsabili dei siti sono stati contestati i reati di “disastro ambientale e gestione di discarica non autorizzata” in seguito anche all’accertamento del “pericolo per la salute pubblica, per l’ambiente naturale e per la pubblica incolumità”. Tutte le aree sequestrate sono comprese nel sito di massimo inquinamento e che nel piano delle bonifiche presentato da Syndial al ministero dell’Ambiente è individuato col nome di “Progetto Nuraghe”, oggetto di pesanti contestazioni sia da parte del vecchio consiglio comunale, sia da parte dell’amministrazione provinciale guidata da Alessandra Giudici, che, in due distinte mozioni approvate all’unanimità, avevano chiesto che i rifiuti venissero rimossi dalle aree e trattati secondo criteri rispondenti alle norme attuali. Syndial, al contrario, vorrebbe “trattare” in loco i rifiuti costruendo magari nuove discariche “a norma” sempre nel territorio della zona industriale, uno dei più compromessi d’Italia. E’ certamente questa la causa che ha determinato il provvedimento cautelare del Gip, perché nonostante il passare degli anni, nonostante la pericolosità dei siti sia per le falde, sia per l’aria, sia per la salute della popolazione, quelle discariche non sono state neppure messe in sicurezza. I ritardi coi quali le bonifiche vengono affrontate, sono di una gravità inaudita, Eni si sta assumendo delle pesanti responsabilità e bene ha fatto la Magistratura ad intervenire. Qualcuno paventa l’ipotesi che il provvedimento rappresenterebbe un freno all’iter attuativo dei vari progetti ancora nei cassetti sia di Eni sia del Ministero, ma nel comunicato diramato dal GIP si sottolinea proprio questo aspetto: nel momento in cui dovessero partire i lavori di bonifica, i sigilli verranno prontamente rimossi. Intanto vi è un primo risultato: le posizioni dei responsabili, ai quali il provvedimento di sequestro è stato notificato, si aggravano ulteriormente e si spera indurranno ad accelerare l’iter. Resta il ruolo che dovrebbero giocare sia il comune di Porto Torres sia la Regione sia tutti gli altri attori che proprio domani siederanno a Roma attorno al tavolo della Conferenza di Servizi convocata al ministero dell’Ambiente per valutare i progetti di bonifica, e tra questi proprio il “Progetto Nuraghe”, tanto contestato al momento della sua prima presentazione. Certo è che a distanza di oltre quattro anni dalla firma del protocollo d’intesa che doveva sancire l’avvio delle bonifiche e della “chimica verde”, poco si è fatto in un territorio pesantemente devastato dall’inquinamento e dalla grave crisi economica. La dismissione degli impianti petrolchimici, oltre alla scia di veleni e alle pesanti ripercussioni sulla salute, ha lasciato sul terreno settemila disoccupati e i lavori per le bonifiche rappresentano, oltre al risanamento ambientale, una boccata di ossigeno per l’economia di una città ormai allo stremo. Quale sarà il ruolo che vorrà giocare il neo eletto sindaco Sean Wheeler? Quale quello del Consiglio comunale che rappresenta la cittadinanza tutta? I primi segnali non sono incoraggianti: una riunione di capigruppo richiesta dalla minoranza per discutere proprio sulle questioni legate al Progetto Nuraghe, è stata respinta dalla presidente del consiglio, mentre il Sindaco, da parte sua, ha fatto sapere che non parteciperà alla conferenza di servizi se non in teleconferenza, avendo delegato l’assessora all’ambiente e l’avvocato del comune. Tuttavia, fa sapere il sindaco in un breve e stringato comunicato diramato dopo i provvedimenti del GIP, «abbiamo piena fiducia nel lavoro che i carabinieri del Nucleo operativo ecologico e il Tribunale di Sassari stanno svolgendo nelle zone oggetto dell’inquinamento originato decenni fa. Ci auguriamo che dalla Conferenza di servizi in programma il 9 luglio emergano proposte utili per mettere in atto le reali attività di bonifica. Servono soluzioni pratiche e tempi certi per risolvere un grave problema rimasto tale per troppo tempo. È ora che il territorio venga perfettamente risanato e restituito ai cittadini».
Non è certo un avvio col botto…
Nata quasi a metà del secolo scorso, ha dato un notevole impulso, giovanissima, all'incremento demografico, sfornando tre figli in due anni e mezzo. La maturità la raggiunge a trentasei anni (maturità scientifica, col massimo dei voti) e la laurea...dopo i sessanta e pure con la lode. Nonna duepuntozero di quattro nipotini che adora, ricambiata, coi quali non disdegna di giocare a...pallone, la sua grande passione, insieme al mare.
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