A proposito di puzza sotto il naso, Repubblica scopre che i turisti, molti turisti, sono cafoni. Rocco Schiavone direbbe: “Esticazzi?”. Non è una grande scoperta, ammettiamolo. Fa ridere, certo, che su TikTok lamentino l’assenza di gladiatori al Colosseo e auspichino un restauro di quel rudere dai sedili di pietra. Ma è il turismo, bellezza. Se vuoi Stendhal che si fa venire la sindrome con sincope davanti alla bellezza fiorentina di Santa Croce, Goethe che, tremulo, in visita notturna del Colosseo scopre non solo il fascino del passato ma anche quello del suo eterno presente, Montaigne che non si stanca di raccontare il suo stupore per la bellezza dell’arte italiana, se vuoi tutto questo allora non parlare di importanti ricadute economiche, di PIL ecc. Il turismo è un affare delicato che unisce fine cultura a becero spirito di conquista, diffusa e umile voglia di conoscere a pullmanate di barbari con cosce e ascelle di fuori e infradito, che tracciano tacche sul calcio delle loro pistole, cioè i telefonini: Colosseo, fotografato; piazza San Marco, fotografata con piccioni in primo piano; vicolo tipico napoletano con sosia di Totò, fotografato. Eppure devi riuscire a fare convivere questi turisti con gli altri, devi dare a tutti un’offerta che sia fatta di cultura ma anche di una risposta a domande tutto sommato legittime: divertimento, buon cibo, svago. Il turismo sardo, a esempio, è adesso nel mirino per qualche improvvida frase pronunciata dall’apposito assessore. Eppure pochi si sono accorti che proprio il nostro turismo, che ci fa tanto schifo, è da almeno venti o trent’anni un modello di equilibrio a livello nazionale. Per merito di non so chi, forse di un popolo più in gamba di chi lo rappresenta, abbiamo un’estate dove, al fianco delle coste vacanziere con poca identità antropo-culturale, ci sono manifestazioni culturali partecipatissime e bene organizzate da enti locali e associazioni. Ci sono concerti di buon livello e si presenta una quantità straordinaria di libri. Ma siamo troppo criticoni o troppo cafoni, troppo aristocratici o troppo ignoranti per accorgerci di ciò che c’è di buono e migliorarlo ulteriormente. Vedo nella mia città gruppi di turisti che cercano avidi quel che le chiese e i pochi monumenti di Sassari possono offrire loro, ma li capisco quando si lamentano che altri tipi di offerta, cibo e bevande a buon prezzo e sempre disponibili, per dirne una, sono carenti. Esiste la turista screanzata che usa l’asciugamano come strumento di conquista in terra straniera, meravigliosamente descritta da Alba Rosa Galleri in un suo scritto sulla spiaggia di Balai che secondo me ha letterariamente creato una nuova maschera da commedia dell’arte; ma bisogna conviverci e riuscire a offrirle qualcosa che la faccia ripartire un po’ migliore di come è arrivata: cultura e buona educazione.
Nato nel 1951, ottobre (bilancia, ma come tutti quelli della bilancia non crede nell'oroscopo). Giornalista dal 1973. Scrive anche altra roba. Ma gratis, quindi non vale.
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