La notizia è deflagrante. Eccola qua, tratta dal sito di Repubblica.it: Volkswagen nella bufera: ha truccato i dati sui gas di scarico. In pratica gli americani hanno scoperto il trucco. Nelle auto Volkswagen, e quindi anche nelle Audi, una centralina serviva a truccare i risultati delle emissioni. Scrive Repubblica.it: “…installando un software per aggirare gli standard ambientali per la riduzione dello smog nelle vetture Audi e Volkswagen a 4 cilindri prodotte tra il 2009 e il 2015. Si tratta di un software capace di rilevare quando la macchina è sottoposta ai test sulle emissioni, in modo da tenere attivo il sistema di controllo sulle emissioni solo in quel periodo di tempo. Negli altri momenti, è l’accusa dell’Epa, i veicoli inquinano molto più di quanto comunicato dalla casa produttrice. Il software è stato creato per nascondere l’emissione di monossido di azoto “. Incredibile. Non è ancora dato sapere se lo stesso stratagemma sia stato usato in Europa. Il colosso automobilistico tedesco, che proprio l’anno scorso ha superato per la prima volta la giapponese Toyota al vertice della graduatoria delle auto più vendute al mondo, è nell’occhio del ciclone, il suoi vertici si scusano, imbarazzatissimi, il governo tedesco promette inchieste, mentre il titolo va a picco. Ricordo che la Toyota, a sua volta, aveva nel 2012 superato al vertice della graduatoria mondiale l’americana General Motors, che si è trovata, dunque, a passare dalla posizione di leader indiscusso del mercato mondiale al terzo posto. Lotte tra titani, senza esclusione di colpi, a quanto pare. La VW aveva iniziato una politica molto aggressiva di espansione nel mercato americano, e forse non è un caso, che l’agenzia per l’ambiente americana, l’EPA, sia riuscita a scoprire il trucco. Non so perché, ma questa storia mi ricorda l’inchiesta della giustizia americana sugli imbrogli della FIFA, l’organizzazione mondiale del calcio guidata dallo svizzero Blatter, per l’affidamento del mondiale (una vetrina promozionale enorme che suscita molta apprensione in america) alla Russia. Uno scandalo gigantesco, com’è noto. Banalizzando, diciamo che gli americani, quando vogliono, sanno come difendersi. Ma se la Germania è sotto choc, anche in Italia, diciamolo pure, crolla un mito. Il mito della tecnologia tedesca, della stessa VW che in Italia gode di una vastissimo pubblico di estimatori e, più in generale, della integrità del Germania. Dopo le tangenti per le armi alla Grecia, corollario di una crisi che ha visto la Germania sotto accusa per la sua politica economica piuttosto aggressiva e speculativa, ora si scopre che una casa automobilistica nota per la sua serietà, utilizzava la famosa “tecnologia tedesca” per un imbroglio che, peraltro, incide pesantemente nella salute degli abitanti. In Italia ci è sempre piaciuto pensare che si, noi siamo un po’ cialtroni e imbroglioni, ma altrove no. Una sorta di rifugio psicologico dove coltivare l’illusione che in un altrove più o meno identificato con il nord Europa ci fosse una umanità redenta, efficente e retta. Nicola Gratteri, magistrato e scrittore, uno dei massimi esperti della criminalità organizzata del mondo, in una recente intervista radiofonica, ha sostenuto che la corruzione, purtroppo, è diffusissima in tutto il mondo, anche in paesi insospettabili (citava il Canada e l’Australia come ambiti poco noti del riciclo del denaro sporco). Spesso il fenomeno emerge grazie a buone leggi e all’organizzazione di forze di polizia e magistratura abituati ad affrontare la criminalità. Ma spesso, in paesi insospettabili, il fenomeno resta sommerso. Chi studia antropologia sa, insomma, che esiste nel mondo una costante sincronica che si definisce come “sostanziale uniformità della psicologia umana”. In altri termini, è il vecchio detto: “tutto il mondo è paese”.
(Si precisa che il termine “crucco” è usato nella sua accezione scherzosa. Cogliamo anzi l’occasione per salutare gli amici tedeschi che ci leggono).
Fiorenzo Caterini, cagliaritano classe '65. Scrittore, antropologo e ambientalista, è studioso di storia, natura e cultura della Sardegna. Ispettore del Corpo Forestale, escursionista e amante degli sport all'aria aperta (è stato più volte campione sardo di triathlon), è contro ogni forma di etnocentrismo e barriera culturale. Ha scritto "Colpi di Scure e Sensi di Colpa", sulla storia del disboscamento della Sardegna, e "La Mano Destra della Storia", sul problema storiografico sardo. Il suo ultimo libro è invece un romanzo a sfondo neuroscientifico, "La notte in fondo al mare".
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