Il settantenne Donald Trump sta avvicinandosi a grandi passi alla candidatura repubblicana alla Casa Bianca. Caso unico nella storia, contro il suo stesso partito, preoccupato per la ricaduta negativa che per l’intero Paese avrebbe una sua elezione. Cerchiamo di capire quali sono i suoi segreti. Reduce da una brillante carriera come investitore immobiliare, in cui ha puntato tutto sul brand management, (che altro non è che l’arte di far aumentare il valore percepito dal consumatore rispetto ai prodotti messi in vendita, qualcosa di paragonabile a quello che faceva il Berlusca con le sue Tv), nel 2000 si dà alla politica, ma viene trombato per ben due volte per essere riuscito in un solo anno ad aderire a entrambi i partiti in lizza, il Partito Democratico e il Partito Repubblicano, record mai più eguagliato. Istruito però dai fallimenti passati, si è presentato alle elezioni attuali con un programma asciutto e infallibile:
1) libero uso di armi da fuoco 2) sui nemici politici 3) possibilmente di fede islamica.
Tra le sue principali battaglie politiche, già discreto clamore aveva riscosso la sua crociata contro l’avvenuta condanna in primo grado della cittadina americana Amanda Knox, per la quale si proclamava convinto dell’innocenza e definiva il processo italiano e il suo esito un’inquietante ingiustizia. Ma il vero trampolino di lancio nel firmamento delle star americane era stata la sua straordinaria rivelazione secondo cui Barack Obama sarebbe nato in Africa e di fede musulmana. “Una fonte estremamente credibile ha chiamato il mio ufficio per dirmi che il certificato di nascita di Barack Obama è falso”, le sue parole. Nel 2011, intervistato in diretta tv, alla domanda c’è un problema musulmano nel mondo?, aveva risposto: “Assolutamente. Assolutamente. Non mi sembra di vedere cittadini svedesi che buttano giù il World Trade Center”. Ma veniamo alle perle inanellate in questa folle cavalcata elettorale nei vari stati americani. Interrogato sulle ripercussioni di Internet sull’arruolamento dei terroristi islamici, ha affermato la necessità di chiuderlo in alcune aree, in un modo o nell’altro. Sulle donne poi ha le idee chiare: “Praticamente tutte le donne incontrate nel suo reality show hanno in un modo o nell’altro flirtato con me, consciamente o inconsciamente”. Sulla probabile avversaria finale, ha affermato: “Se Hillary Clinton non riesce nemmeno a soddisfare il suo uomo, cosa le fa pensare di poter soddisfare l’America?”. Così, nel discorso programmatico, sull’allarme procurato dalla massiccia emigrazione messicana, per rilanciare la sua politica anti-immigrazione ha annunciato di volere costruire un grande muro al confine meridionale degli Stati Uniti. Aggiungendo, però: “Farò in modo che il Messico paghi per quel muro”. Per non farsi mancare nulla, infine, Trump è riuscito anche a contestare la teoria – scientificamente comprovata – del riscaldamento globale. Per lui infatti quella del climate change è una stronzata che deve essere fermata: il pianeta sta congelando, le temperature sono ai minimi storici e, come se non bastasse, ha capito perfettamente chi ha dato origine a questa fantasia. Secondo lui, è tutta un’astutissima idea dei cinesi.
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
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