Alle orecchie dei ragazzi è giunto il nome di Cesare Battisti (il terrorista, non il patriota). È giunto con le sembianze indefinite di una sagoma immersa nella nebbia fitta dei troppi non detto. Siccome mi pareva irriguardoso verso le loro intelligenza limitare la faccenda ad un singolo fatto di cronaca, ho deciso di dedicare una settimana di lezioni agli anni di piombo e al terrorismo politico. I ragazzi non sanno niente. E non per colpa loro, ma perché forse certe cose ce le siamo dette solo tra noi o forse abbiamo preferito rimuoverle o infilarle come pulviscolo sotto il tappeto del salotto. I ragazzi non sanno niente di Piazza Fontana. I ragazzi non sanno niente di Pino Pinelli. I ragazzi non sanno nulla del rogo di Primavalle. I ragazzi non sanno niente di Luigi Calabresi. I ragazzi non hanno mai sentito Mario Calabresi raccontare di quando gli ammazzarono il padre sotto casa, e lui era poco più di un neonato. I ragazzi non sanno nulla di Guido Rossa. I ragazzi non hanno mai sentito Sabina Rossa raccontare di quando le ammazzarono il padre vicino casa, e lei era solo un’adolescente. I ragazzi non sanno nulla di Walter Tobagi. I ragazzi non hanno mai sentito Benedetta Tobagi trattenere le lacrime, perché la cosa che più la tormenta è di non aver un ricordo del padre da vivo.
I ragazzi hanno sentito parlare vagamente di Aldo Moro e delle Brigate Rosse. Non sanno di via Fani, di via Caetani, delle mitragliette Skorpion, del compromesso storico, di Enrico Berlinguer, di Francesco Cossiga. I ragazzi non hanno mai visto Roberto Peci filmato dalla telecamere, prima di essere giustiziato in quanto fratello di un “infame”. I ragazzi non hanno mai sentito ululare le sirene attorno alla stazione di Bologna, non sanno chi siano Giusva Fioravanti e Francesca Mambro. Non sapevano di Emilio Alessandrini, di Giorgiana Masi, di Mario Amato.
Quattro volte ho fermato la lezione: “Ma davvero non ne sapevate nulla?” Quattro volte ho ricevuto un “no”. Non è colpa loro, è colpa nostra. Non so se partire dalla storia prossima farebbe di loro cittadini migliori. So che abbiamo nascosto loro una guerra, con tutti i suoi abomini.
Nato nel 1971 ad Arzachena ed ivi smisuratamente ingrassato negli anni seguenti, figlio di camionista e casalinga. Titoli appesi alle pareti: laurea in Lettere moderne all'Università di Sassari, iscrizione all'albo dei giornalisti professionisti, guida nazionale di mountain bike, presidente della Asd Smeraldabike, direttore della testata Sardegnablogger. È stato redattore di tre diversi quotidiani sardi: dal primo è stato licenziato, gli altri due sono falliti. Nel novembre del 2014 è uscito il suo primo romanzo, "Cosa conta".
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