L’IS è andato via da Palmira. Complice forse il primo attacco di terra statunitense contro la formazione terroristica del Califfato, fatto sta che l’Occidente ha tirato un sospiro di sollievo per il sito che come pochi rappresenta una testa di ponte simbolica tra le due civiltà che si specchiano sul Mediterraneo, il Mare nostrum, appunto… E a proposito di Mare nostrum, oggi si è saputo, da parte di un sedicente responsabile della sicurezza dello Stato libico, che l’IS avrebbe stretto un rapporto con gli scafisti, che porterebbero così nella Penisola praticamente un terrorista per ogni regione italiana. Gli italiani, stavolta, hanno trattenuto il respiro, e molti hanno anche ripreso forza nel sostenere che, appunto, le immigrazioni vanno fermate perchè il rischio è quello di trovarci da un giorno all’altro in casa un terrorista, pronto a far saltare le nostre bellissime città, belle come Palmira, più di Palmira… Dell’IS se ne parla sempre e soltanto come di una sigla. L’IS si infiltra in Siria, l’IS si arrende ai Curdi, l’IS schiaccia gli Sciiti in Iraq, l’IS sbarca in Libia… L’IS non è una forza di opposizione, non è un movimento religioso, non è una formazione statale. Poche sono le certezze: i suoi uomini (soldati? Affiliati? Fedeli?) conoscono benissimo le reti informatiche, sanno usare con estro le telecamere, hanno una solida cultura occidentale (ma rifiutano quella mediorientale che non sia quella islamica, arrivando sino a distruggere libri, monumenti, sepolcri…). Sono armati di martello pneumatico, sono abilissimi a prendersela contro statue e bassorilievi assiri d’incomparabile valore, distruggendoli irreparabilmente, o contro libri della più grande biblioteca dell’Antichità, quella di Ninive. L’IS, dunque, è una forza costruita sulla violenza, pronta a farsi strada a suon di suicidi kamikaze, per giungere in un nuovo territorio e cancellarne la civiltà. E’ questa la loro forza: la mancanza di radici concrete… unica ragione di vita il fanatismo religioso, sul quale poi radunare gli adepti del futuro. Dunque, cosa bisognerebbe fare per fermare questi nuovi barbari? Forse bisognerebbe puntare sulle loro stesse risorse informatiche, mettendo il bavaglio a questa particolare regia dell’orrore. Sicuramente bisognerebbe porre fine alle guerre per costringerli a non trovare più giustificazioni alla loro violenza. Senza più indugio bisognerebbe ritrovare quella pace religiosa di settant’anni fa ed eliminare quel disaccordo tra blocchi contrapposti che non ha più nessuna ragion d’essere nel 2015.
Forse è troppo, dirà qualcuno. Ma è l’unica condizione per fermare l’orrore che vediamo in questi giorni, di sicuro.
Altrimenti, forse, dovremo tutti comprendere che sarà troppo tardi. E allora toccherà a Palmira, o magari a Malta o a Segesta finire sotto i martelli pneumatici dei nuovi barbari…
In questa categoria sono riuniti una serie di autori che, pur non facendo parte della redazione di Sardegna blogger collaborano, inviandoci i loro pezzi, che trovate sia sotto questa voce che sotto le altre categorie. I contributi sono molti e tutti selezionati dalla redazione e gli autori sono tutti molto, ma molto bravi.
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